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Ordine, la Lombardia propone le regole
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di Mario Consani Nato il consiglio di disciplina dell'Ordine nazionale con le modalità descritte da Michele Urbano ( a mio parere parto prematuro), sono invece ancora in gestazione i consigli di disciplina territoriali, in pratica gli organi che in ciascuna regione sostituiranno i consigli dell'ordine come giudici dei procedimenti disciplinari di primo grado. La differenza sostanziale, rispetto alla "dozzina" eletta dal CNOG, è che in questi consigli di disciplina territoriali NON possono essere nominati consiglieri dell'ordine regionale in carica. Due giorni fa, in una riunione straordinaria convocata di sabato mattina, il consiglio dell'ordine della Lombardia ha criticato la decisione assunta dal CNOG di accelerare le procedure per l'elezione del consiglio di disciplina nazionale e di sollecitare i consigli regionali dell'Ordine a fare altrettanto riguardo ai propri. E ha preso una posizione chiara deliberando su tre punti. 1- Il passaggio dal regime disciplinare dei consigli dell'Ordine a quello dei consigli di disciplina non è regolato da alcuna norma transitoria inserita nel regolamento CNOG. Questo comporterà una serie di dubbi e di quesiti tecnico-giuridici sui procedimenti in corso. Dubbi che qui vi risparmio, ma che il consiglio della Lombardia ha deciso di trasferire al ministero competente sotto forma di quesiti. 2 - Rispondendo a un quesito posto a suo tempo da Iacopino, il ministero ha confermato la possibilità che ai consigli dell'ordine regionali rimanga il "potere di vigilanza". In pratica: saranno ancora loro e solo loro - secondo il ministero - a poter valutare gli esposti disciplinari e decidere se archiviare oppure no. In questo secondo caso, trasmetteranno il fascicolo ai consigli di disciplina. Il regolamento CNOG, però, nulla prevede in merito. Dunque, il consiglio della Lombardia ha deliberato di stendere un protocollo con alcune norme per regolare questo passaggio, e di proporlo anche agli altri ordini regionali per poter creare un'uniformità di condizioni su tutto il territorio nazionale. 3 - Il regolamento CNOG elenca i requisiti necessari per i colleghi che verranno designati come possibili giudici disciplinari. Ma non dice nulla sui criteri di scelta effettiva. E visto che i requisiti sono talmente elementari da poter essere condivisi da quasi tutti gli iscritti, in che modo i consigli regionali sceglieranno i nomi dei colleghi ( a Milano 18) da indicare al presidente del tribunale affinché egli scelga a sua volta i 9 che ricopriranno effettivamente l'incarico? Ogni consiglio regionale potrà dunque "pescare" a proprio piacimento tra amici, familiari e parenti senza alcuna effettiva preparazione specifica ad un compito tanto delicato quale è quello di giudice disciplinare? E ciascun ordine potrà utilizzare un criterio diverso rispetto a quello di tutti gli altri? Anche su questo punto, il consiglio della Lombardia ha deliberato di proporre agli altri ordini territoriali un modello di selezione che possa essere condiviso da tutti e che preveda necessariamente, all'alba del 2013, un passaggio "pubblico" e trasparente. In parole povere: la possibilità, per i colleghi che intendano candidarsi all'incarico, di farlo con una dichiarazione pubblica di intenti, anche online, allegando il proprio curriculum. E anche in caso di mancato raggiungimento del numero di candidature previste, la scelta dei consigli dovrebbe avvenire comunque in modo trasparente, con pubblicazione di nomi e curricula dei prescelti. [/youtube