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Numeri ballerini sulla pubblicità online: guerra tra AgCom e Nielsen-Assointernet


Quando il metodo di una ricerca fa la differenza. Ci sono numeri ballerini sui ricavi degli investimenti pubblicitari su Internet. La guerra di dati è nientemeno che tra Agcom (l’Authority per le comunicazioni) e Nielsen Media Research. La “Relazione annuale 2012 sull’attività svolta e sui programmi di lavoro” pubblicata dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni segnala, nel 2011, ricavi da pubblicità nazionale e locale sulla Rete a 1 miliardo e 578,40 milioni di euro. Al punto che, con un dato di questo tipo, l’incremento della pubblicità sul web risulterebbe avere un balzo del 34,1% rispetto al 2010, secondo AgCom. Ben differenti, invece, i numeri forniti nel Rapporto Nielsen sul mercato pubblicitario del 2011, sempre sulla Rete, che danno 635 milioni e 604mila euro d’investimenti con un incremento del 12,2%. Una differenza di 943 milioni di euro, mica poco! Il fatto è che hanno ragione tutt’e due gli istituti. Con una premessa fondamentale, però: i dati AgCom sono ‘stime’, i dati Nielsen sono calcolati sui fatturati. Ma la vera spiegazione tecnica è soprattutto nella differenza del metodo di rilevazione: AgCom, nella raccolta e composizione dei dati, ha rilevato anche le concessionarie di pubblicità di Google e Facebook (che insieme farebbero circa 440 milioni), Nielsen no. In più AgCom ha incluso nel totale anche la pubblicità online locale e quella sugli annuari e guide, le cosiddette directories, che da sole ammonterebbero a 569 milioni. Così, alla fine i conti tornano. Ma i metodi di rilevamento sono decisamente differenti fra loro e fuorvianti rispetto alla realtà del mercato della pubblicità online. Basta dirlo.
       
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