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Mentana ci ricasca
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di Gegia Celotti Molti di voi avranno visto, nel telegiornale di Enrico Mentana di ieri sera, il servizio sulle interviste a pagamento in varie televisioni dell'Emilia Romagna e sulle due inchieste in corso, una da parte della Procura per peculato e un'altra della Corte dei Conti. Nella presentazione del servizio il direttore ha detto che non c'erano state prese di posizione da parte della Fnsi e dell'Ordine . In chiusura di trasmissione, poi, ha comunicato di aver ricevuto "in tempo reale" proteste da parte di Fnsi e Ordine, ma ha aggiunto "sono capaci tutti di indignarsi, ma non si sa nulla di provvedimenti nei confronti dei giornalisti coinvolti, per esempio, se sono stati sospesi in via cautelare". Il direttore forse non era stato informato che già il 24 agosto, come si può verificare nel sito dell'Ordine regionale, il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna si era riunito in seduta straordinaria, per esaminare i fatti. L'esame è avvenuto sulla base delle notizie di stampa e di un esposto inviato da alcuni consiglieri nazionali dell’Ordine (i consiglieri nazionali che hanno presentato l'esposto sono: Errani, Paffumi, Sansalone e Visani). Stupisce come un giornalista dell'esperienza di Enrico Mentana possa essere incappato in un simile errore, bastava controllare sui siti di Ordine e Federazione. O anche banalmente sull'Ansa... I testi qui di seguito. Ansa del 17 agosto 2012: ''Non c'è crisi economica del settore dell'emittenza locale, per grave che sia, che possa giustificare il fenomeno delle interviste a pagamento praticate in almeno due tv locali dell'Emilia-Romagna. Chi manda in onda spazi pagati senza neanche avvertirne gli spettatori li sta truffando, né più né meno come un'industria alimentare che metta in circolazione cibi avariati''. Lo dichiara la Federazione Nazionale della Stampa in merito alle polemiche sulle interviste televisive a pagamento a consiglieri regionali dell'Emilia Romagna. ''Bene hanno fatto Sindacato e Ordine dei giornalisti - prosegue il sindacato - a censurare questi comportamenti nel modo più netto, stroncando sul nascere ogni tentativo di confondere le responsabilità e far credere che 'così fan tutti'. Chi vende informazione adulterata commette tra l'altro anche un atto di concorrenza sleale ai danni delle altre emittenti che invece rispettano il diritto dei cittadini ad un giornalismo corretto e trasparente. Per questo la Fnsi sollecita anche la rappresentanza delle imprese che fanno emittenza locale ad un atteggiamento di intransigenza''. ''Il rispetto delle regole deontologiche - si legge ancora nella nota - non è un lusso da concedersi nei tempi felici, ma il fondamento stesso del rapporto di fiducia con gli utenti. Il sindacato dei giornalisti è allarmato almeno quanto gli imprenditori del settore dalla crisi che sta devastando l'emittenza locale, e che il passaggio al digitale terrestre ha accelerato. E insieme ci sara' da moltiplicare gli sforzi per ottenere una maggiore attenzione da governo, Parlamento, istituzioni locali. Ma pensare di uscirne con questi mezzi è una scorciatoia verso il suicidio'' (ROMA, 17 AGOSTO - ANSA) . Dal sito dell'Ordine Nazionale, pubblicato il 28 agosto: Il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna, riunito questa mattina in seduta straordinaria, ha esaminato la vicenda delle presenze e delle interviste a pagamento in contenitori informativi su alcune emittenti radiotelevisive regionali. L’esame odierno è avvenuto soprattutto sulla base delle notizie di stampa e di un esposto inviatoci da alcuni consiglieri nazionali dell’Ordine.Premesso che l’informazione a pagamento, sia che si tratti di politici o di qualsiasi altro cittadino, non fa parte della professione giornalistica ed è tassativamente vietata dalle nostre regole deontologiche a tutela soprattutto dei cittadini, che hanno diritto a un’informazione corretta e trasparente, l’Ordine dell’Emilia-Romagna ravvisa nei fatti esposti tutti gli elementi per aprire ufficialmente un’istruttoria, secondo quanto previsto dal nostro ordinamento. Il Consiglio ha deciso quindi all’unanimità di affidare al presidente Gerardo Bombonato, nella veste di istruttore, la raccolta della necessaria documentazione presso le emittenti radiotelevisive al momento coinvolte e la convocazione dei colleghi interessati. Dal sito Aser, ripreso dal sito Fnsi e pubblicato il 31 agosto: Il consiglio direttivo dell’Associazione della stampa dell’Emilia-Romagna (Aser) nella sua ultima riunione ha affrontato il caso delle interviste a pagamento di consiglieri regionali in emittenti locali della regione. Riaffermato il principio che giornalisti ed editori non possono violare quanto previsto dall’articolo 2 della Legge istitutiva dell’Ordine, che sancisce l’obbligo di promuovere la fiducia tra stampa e lettori, l’Aser ritiene che, così come l'Ordine regionale dei giornalisti ha aperto un’inchiesta, anche il Corecom debba fare la propria parte, evitando posizioni pilatesche. L’Aser, per approfondire le problematiche legate a una corretta informazione, intende promuovere a Bologna, in tempi brevi, un confronto pubblico tra tutti i soggetti interessati: Ordine e sindacato dei giornalisti, editori, Corecom, istituzioni e cittadini. (Bologna, 31 agosto 2012) ADNKRONOS del 4 settembre: Sono scattati oggi alle 9, in contemporanea, i due blitz della Guardia di Finanza di Bologna nella sede della Regione Emilia Romagna, in viale Aldo Moro, e nelle sedi cittadine di alcune televisioni locali, nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte interviste a pagamento rilasciate da alcuni consiglieri regionali alle tv locali. Il blitz nelle emittenti bolognesi è stato eseguito su ordine della Procura emiliana che ha aperto un fascicolo contro ignoti, ipotizzando il reato di peculato. L'intervento delle Fiamme Gialle negli uffici dell'assemblea legislativa della Regione, invece, è stato disposto dalla Corte dei conti che si è attivata, in sostanza, per accertare il corretto utilizzo dei fondi pubblici a disposizione dei gruppi consiliari dell'aula di Viale Aldo Moro. In entrambi gli interventi, i finanzieri hanno acquisito documentazione e contratti relativi alle interviste andate in onda e più in generale alle attività di comunicazione che possono essere utili nell'ambito dell'indagine. Sulla vicenda lavora anche l'Ordine dei Giornalisti dell'Emilia Romagna, mobilitatosi in seguito ad un esposto circa la presunta violazione del codice deontologico professionale. (BOLOGNA, 4 SETTEMBRE - ADNKRONOS)