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Inpgi, parte lesa nell'inchiesta Sopaf
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Sette le ordinanze di custodia cautelare firmate, nei confronti dei fratelli Magnoni, dal pm milanese Gaetano Ruta, secondo il quale la Sopaf avrebbe ricavato un ingiusto profitto da operazioni con diverse casse previdenziali, facendosi pagare nel 2009 a prezzo gonfiato delle quote di fondi immobiliari. Il danno all'Inpgi sarebbe di 7,6 milioni di euro. L'istituto dei giornalisti è parte lesa e sta fornendo alla guardia di finanza, incaricata degli accertamenti, i documenti relati all'operazione. I dettagli nell'agenzia Radiocor: Milano, 9 maggio 2014 - (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Le operazioni effettuate da Sopaf con Enpam e Inpgi, le casse di previdenza rispettivamente di medici e giornalisti, sono 'del tutto anti-economiche per questi enti, considerato che hanno consentito un margine di profitto elevato alle società degli indagati, privo di qualsiasi giustificazioni, sulla base di una triangolazione di cui non si comprendono le ragioni negoziali. Lo scrive il pm di Milano Gaetano Ruta, titolare del fascicolo che ha portato questa mattina all'esecuzione di sette ordinanze di custodie cautelare nei confronti, tra gli altri, dei tre fratelli Aldo, Ruggero e Giorgio Magnoni. Secondo l'inchiesta, è stato rilevato che Sopaf ha potuto concludere l'operazione con la società austriaca (da cui sono state comprate quote Fip, ndr) solo grazie alle somme anticipate dai citati enti previdenziali (in data 06.02.2009, da parte di Enpam, e in data 03.03.2009, da parte di Inpgi), conseguendo, complessivamente, una plusvalenza pari a 23.586.052 euro. Oltre a questo, sono diversi gli elementi di criticità «emersi, come il fatto che diversamente da altri contratti sottoscritti da Sopaf per la compravendita di quote del Fip (Fondo immobili pubblici, ndr), i contratti stipulati con l'Enpam e l'Inpgi, indicavano un prezzo immodificabile, senza i criteri di determinazione del medesimo e che 'la previsione di immodificabilità del prezzo concordato pare finalizzata a garantire a Sopaf una plusvalenza predeterminata, a prescindere dalle variazioni del valore delle quote del Fip nel lasso di tempo trascorso tra la stipula del contratto e il perfezionamento dell'operazione. Va ricordato che il Fip (Fondo immobili pubblici), è un fondo immobiliare chiuso riservato a investitori istituzionali, gestito da Investire Immobiliare sgr. E nel corso delle indagini su Sopaf 'è emersa una significativa operatività su quote Fip'. Attraverso il veicolo Five Stars, con sede in Lussemburgo, Sopaf e un gruppo di investitori non specificati (secondo la procura di Milano soggetti riconducibili o vicini a Sopaf), nel luglio 2005 vengono comprate 450 quote Fip per 57,2 milioni di euro. Per l'acquisto vengono utilizzati 41,4 milioni finanziati da Lehman Brothers (soggetto collocatore delle quote del fondo), che all'epoca in Italia era guidata da Ruggero Magnoni, che ne era presidente, oltre che vice presidente per l'Europa. Per la procura di Milano 'appare di particolare interesse la verifica delle modalità di alienazione delle quote di Fip da parte di Five Stars', sottolineando che 'le operazioni che, più di altre, presentano profili di anomalia sono quelle che vedono come controparte alcune importanti case previdenziali. Alla luce di questo, negli atti dell'inchiesta si precisa che il 29 dicembre 2008 'è stato sottoscritto un contratto con cui Sopaf si impegnava a vendere all'Enpam 450 quote del Fip a un prezzo 'immodificabile pari a 135.524,50 euro per quota, per un controvalore complessivo di '60.986.025 euro, sottoscritto dal presidente dell'Enpam, Eolo Parodi e da Giorgio Magnonì e che 'nel contratto non sono indicati riferimenti a parametri utilizzati per la determinazione del prezzo della compravendita. Il pagamento è stato fatto il 6 febbraio 2009 e l'operazione perfezionata 34 giorni dopo. Il valore della quota Fip secondo Investire Immobiliare sgr era di 138.552,563 euro, 'pertanto, il tasso di sconto concesso all'Enpam è stato pari al 2,18% sul Nav'. Il 23 febbraio 2009 Sopaf ha sottoscritto un contratto 'di compravendita di ulteriori 224 quote del Fip con l'Inpgì a un prezzo 'immodificabile pari a 30.0000.000 euro complessivi, contrato firmato dal 'presidente dell'Inpgi Andrea Camporesè. Alla luce del prezzo complessivo lo sconto risulta del 3,34% sul Nav. Il pagamento è stato effettuato il 3 marzo 2009 e il perfezionamento dell'operazione nove giorni dopo. Secondo gli inquirenti, 'i ritardi nel perfezionare i contratti erano dovuti al fatto che gli enti erano, per il tramite di Sopaf, destinatari finali di quote Fip detenute dalla società Immowest Promtus Holding Gmbh (società di Vienna Austria)' con cui Sopaf a dicembre 2008 'aveva stipulato un contratto di compravendita di 800 quote del Fip, per un controvalore pari a 80 milioni di euro, a un valore quota pari a 100mila euro, quindi con uno sconto del 31,5% rispetto al Nav di riferimentò. Facendo un passo indietro si vede che 'le quote di Immowest erano state acquistate in data 25 luglio 2005 a un prezzo di 101.600.000 euro, con un valore per quota pari a 127.000 euro, grazie a un finanziamento di 64.400.000 euro, erogato da Lehman Brothers (in ragione di questo finanziamento le quote di Fip in possesso della società austriaca erano in pegno della banca finanziatrice). Tale credito, garantito dalle quote in argomento, è stato successivamente cartolarizzato, in data 3 marzo 2006, dalla Windermere Private Placement I Sa, società veicolo di Lehman', di cui sia Sopaf che la famiglia Magnoni '(per il tramite di Likipi Holding Sa) detenevano obbligazioni emesse dalla stessa Windrmere. Quindi 'per poter liberare le quote detenute da Immowest era necessario il pagamento da parte di Sopaf la quale, a sua volta, non aveva disponibilità per perfezionare l'operazione. Alla luce di questo, per la procura 'le compravendite in questione, stante il lasso di tempo trascorso tra la stipula e il perfezionamento dei contratti (in particolare per l'operazione con l'Enpam), più che vendite allo scoperto in senso stretto, appaiono finalizzate a fornire a Sopaf i mezzi finanziari per l'acquisto di 800 quote del Fip dalla società austriaca Immowest a un prezzo estremamente vantaggioso. Inoltre 'gli sconti applicati sul Nav di riferimento, pari al 2,18% per l'Enpam e al 3,34% per l'Inpgi, sono sensibilmente inferiori rispetto allo sconto medio applicato nel I semestre del 2009, pari a circa il 4,2% sul valore del NAV di riferimento. In conclusione, per il pm Ruta, Sopaf 'ha ottenuto un ingiusto profitto pari a 15.986.025 euro nell'operazione con l'Enpam e pari a 7.600.000 euro nell'operazione con Inpgi, in danno degli enti che avrebbero potuto acquistare tali quote con uno sconto maggiore’. (Il Sole 24 Ore Radiocor)