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Infotainment a controllo giornalistico, modello virtuoso


IMG_0824.JPGSi legge sul sito dell'Ordine dei Giornalisti che il Presidente Enzo Iacopino ha inviato una lettera- diffida ai direttori delle testate giornalistiche televisive, pubbliche e private, per invitarli al controllo sul rispetto della deontologia. In realtà la lettera contiene una indicazione più precisa, con la quale il Presidente focalizza l'attenzione sul confine tra informazione e intrattenimento e sull'eventuale esercizio abusivo della professione. Sia sul sito sia nella lettera, poi, c'è una allusione a procedimenti disciplinari. Iacopino fa poi un esplicito riferimento, nel testo ripreso da un lancio dell'agenzia di stampa Agi, a una puntata di una trasmissione diffusa da una rete di Mediaset. Concordiamo con il Presidente sull'importanza del rispetto della deontologia, della completezza dell'informazione, della tutela dei minori. Concordiamo anche sul convincimento che vada evitata la distorsione morbosa e voyeurista dell'informazione. Ci colpisce che si ponga il problema solo relativamente all'informazione televisiva. Come organismo di rappresentanza dei giornalisti delle sette testate televisive del gruppo Mediaset riteniamo opportuno informare il Presidente Iacopino su alcuni aspetti del nostro lavoro, e sulle sue modalità di svolgimento. Da oltre quindici anni il nostro contratto integrativo aziendale prevede che non solo i telegiornali e i loro approfondimenti, ma anche tutte le trasmissioni di informazione, comprese quelle di infotainment, siano realizzate a cura delle testate giornalistiche. Questo ha portato a creare occupazione e a garantire che nei palinsesti di Mediaset la maggior parte dei contenuti informativi sia realizzata da professionisti iscritti all'albo, inseriti nella gerarchia prevista dal Contratto e con gli obblighi deontologici richiamati dal medesimo Contratto, e non solo dalla legge ordinistica. Cosa vuol dire infotainment dovrebbe saperlo anche il Presidente Iacopino, vuol dire che Raffaella Carrà può intervistare Michail Gorbačëv. Quello che cambia è la struttura che realizza la trasmissione, che nel nostro caso è una testata giornalistica, altrove può essere un gruppo di autori o programmisti-registi che prendono ordini da produttori o professionisti dello spettacolo. A noi piace di più il nostro modello organizzativo, anche se conosciamo bene i rischi della professione nella sua interazione con strutture parzialmente aliene. Vorremmo sempre avere conduttori giornalisti, ma abbiamo fatto una scommessa che amplia gli spazi di lavoro professionale e intendiamo portarla avanti. Sappiamo bene che possiamo sbagliare e siamo pronti a assumerci le nostre responsabilità, invitiamo però il Presidente del nostro Ordine a venirci a trovare per capire meglio come lavoriamo. La multimedialità in un mondo multipiattaforma non può essere costretta con delle contrapposizioni tra media ormai superate. La realtà è più complessa, ma anche molto interessante. Il Cdr di Videonews e il Coordinamento dei Cdr Mediaset

       
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