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Il CdA Inpgi vara la riforma, all'unanimità
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Il CdA del nostro Istituto previdenziale ha approvato con voto unanime la delibera con cui viene riformato il suo regolamento. Una riforma molto, molto dura, ma equilibrata, sulla quale tutte le componenti del Consiglio hanno scelto di convergere. Condividendo la necessità di un prossimo tavolo tecnico in cui ridiscutere il finanziamento degli ammortizzatori sociali, una flessibilità in uscita che agevoli il turn over, regole diverse per accedere alla disoccupazione. Invece ha ottenuto tutti i voti tranne due la delibera specifica sull’introduzione temporanea di un contributo di solidarietà sulle pensioni, graduato per fasce. È dal '95 che l'Inpgi è atteso al varco del contributivo; le resistenze sono state molte, e lo sono tutt'ora, anche fra chi pur riconosce la necessità di questo passo. Resistenze che altro non erano se non la speranza che in fondo bastasse anche meno. Complimenti alla Presidente Macelloni per la determinazione, la capacità politica e la lungimiranza. Anche per il coraggio, diciamolo. Ecco il comunicato dell’Istituto:
INPGI – Roma, 28 settembre 2016
Via libera alla riforma delle prestazioni per garantire
l'autonomia e la sostenibilità della gestione
Il Consiglio di Amministrazione dell'Istituto ha oggi approvato all'unanimità di tutti i suoi componenti, un pacchetto di misure in materia previdenziale e contributiva volte a garantire la sostenibilità nel medio-lungo periodo dell'lnpgi. L'intervento si è reso necessario a fronte del perdurare dello stato di crisi del settore editoriale che ha comportato una contrazione del 15% dei rapporti di lavoro denunciati all'lnpgi, un contestuale incremento del 30% della spesa pensionistica nonché un continuo ricorso agli ammortizzatori sociali a carico dell'Istituto. Le principali misure approvate riguardano in particolare:- la modifica dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia che vede incrementare, progressivamente nel triennio 2017 - 2019, l'età anagrafica richiesta, fino ad elevarla a regime a 66 e 7 mesi;
- la modifica dei requisiti di accesso alla pensione d'anzianità, che prevede un progressivo innalzamento dell'anzianità contributiva fino ad arrivare nel 2019 a 40 di contribuzione con 62 anni di età. In attuazione dei consolidati principi giuridici vigenti nell'ordinamento, tali misure non avranno alcun effetto nei confronti di coloro che, entro la data del 31 dicembre 2016, abbiano già maturato i requisiti previsti dalla normativa previgente per l'accesso ad un qualunque trattamento di pensione, che - pertanto - potranno continuare ad accedere ai trattamenti pensionistici già maturati in qualsiasi momento anche successivo all'entrata in vigore dei nuovi requisiti;
- l'introduzione del sistema di calcolo contributivo di cui alla legge n. 335/1995 per le contribuzioni successive al 1/01/2017.