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Freelance, qualcosa si muove. Forse


di Saverio Paffumi

Dopo una breve fase elettorale, nelle scorse settimane si sono insediate la Commissione nazionale lavoro autonomo e quelle regionali. In Lombardia l’elezione della Commissione è stata caratterizzata da una scarsa partecipazione (una decina di votanti) nonostante migliaia di lettere inviate dall’Associazione, in base a un incrocio di dati tra elenchi INPGI 2 e iscrizioni all’Alg. Va detto che la componente di Senza Bavaglio, come largamente annunciato, non ha partecipato al voto per un dissenso radicale sulla costituzione stessa della Commissione. Ma se anche avessero partecipato i colleghi di questa componente, i numeri non sarebbero stati tali da rovesciare il dato: si riparte quasi da zero. Non intendo analizzare qui le ragioni, ma anni di delusioni, l’esito sterile della vertenza contrattuale che ha lasciato i freelance con un palmo di naso – salvo un certo miglioramento normativo per i "Cococo" – e una sostanziale inadeguatezza organizzativa, hanno il loro peso nella disaffezione al sindacato e alla partecipazione. GLI ORGANISMI E CHI NE FA PARTE  - La Commissione lavoro autonomo è un organismo che, in base al regolamento approvato dal Consiglio Nazionale della FNSI, ha al suo vertice nazionale il vice segretario designato dalla Giunta Federale, Daniela Stigliano e un coordinatore freelance eletto dai membri della Commissione Nazionale, Maurizio Bekar, del Friuli Venezia Giulia. È composta da due lombardi – Antonio Armano e Saverio Paffumi, due romani, un rappresentante per ogni altra associazione regionale di stampa. La Commissione lavoro autonomo della Lombardia ha un coordinatore designato dal Direttivo dell’ALG, Saverio Paffumi, e quattro membri eletti all’unanimità dall’assemblea di cui riferivo all’inizio: Stefania Agamennone, Mariella Caruso, Giuliano Modesti, Matteo Bazzi. L’organismo nazionale, quelli regionali e un’assemblea più larga che dovrebbe riunirsi almeno una volta l’anno, costituiscono lo strumento che la FNSI si è data per meglio intervenire nell’opera di organizzazione e tutela di quello che ormai viene definito “il 50% della categoria”. L’IMPEGNO A CUI FAR FRONTE - A parte i limiti cui nel tempo si potrà porre rimedio il problema più grande, ora, è dare alla Commissione, complessivamente intesa, i mezzi e il sostegno per lavorare alla ciclopica opera di censimento e coinvolgimento dei colleghi senza contratto, dispersi in mille rivoli di tipologie editoriali e in mille territori. Al contempo, riprendendo le fila e cercando di seminare nel deserto lasciato in materia dal contratto, bisognerà fissare almeno gli obiettivi principali di un quadro di rivendicazioni, idee, proposte da sostenere nelle varie direzioni: gli editori e il Parlamento innanzitutto, ma anche istituzioni locali e altri soggetti da coinvolgere con spirito innovativo. Recuperare dignità alla professione giornalistica, garantire una giusta remunerazione a chi scrive dalla prima linea, là dove le notizie e i servizi si generano, è infatti un obiettivo che non riguarda soltanto i giornalisti freelance, o soltanto i giornalisti. È un obiettivo che riguarda la qualità dell’informazione e quindi la società. Il giornalismo precario non è un buon giornalismo. Non mi riferisco alla qualità dei colleghi, mi riferisco alla qualità del lavoro, drammaticamente penalizzato dalle condizioni in cui si svolge, dall’esiguità dei compensi, dall’incertezza del presente, dalla sensazione di impraticabilità del futuro. LA NECESSITA DI RETRIBUIRE - Occorre che la Federazione e l’Alg, di concerto con l’Ordine e gli altri istituti di categoria, se intendono prendere sul serio il non facile compito, adottino le misure necessarie, anche in termini di investimenti economici sulle iniziative, di gettoni di presenza o altre forme di compensazione per chi quando fa cospicua attività sindacale non percepisce stipendio, a differenza dei colleghi contrattualizzati e dei pensionati. Di “gettone di presenza” e di “budget” il Direttivo dell’ALG ha già parlato, altre associazioni stanno ragionando. Non facciamo passare secoli prima di decidere. Non credo di esagerare dicendo che il lavoro che aspetta la Commissione, soprattutto qui in Lombardia e laddove è più alta la concentrazione di freelance, è assai più complesso e di lunga lena rispetto al corrispettivo in realtà già consolidate e sindacalizzate da anni.  Ci aspettiamo di misurare nei fatti la presa di coscienza, da parte del sindacato, dell’urgenza e della vastità dell’impegno. In caso contrario avrebbero ragione le voci più critiche sulla Commissione, a detrimento fra l’altro della credibilità di tutti noi che, come si dice, ci stiamo provando. Saverio Paffumi
       
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