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Fotografen haben namen


"I fotoreporter hanno un nome" ha ricordato oggi il sindacato tedesco DJV che, nella "Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore" dell'Unesco, ha chiesto ai lettori di segnalare i giornali che non rispettano l'obbligo di indicare i nomi degli autori delle foto pubblicate. Lo stesso diritto vale anche in Italia dove però si scontra con una clausola del contratto di lavoro dei giornalisti che lascia al direttore la facoltà di firmare, o meno, articoli e immagini. La denuncia di DJV (Deutsche Journalisten Verband) evidenzia che, purtoppo, non è solo italiano il "vizio" dei giornali di non firmare le foto pubblicate. Il problema imperversa anche in molti altri Paesi occidentali. In Germania l'azione di protesta è stata battezzata "Fotografen haben Namen“ in modo da rendere immediatamente chiaro il fulcro del problema. L'iniziativa è stata organizzata dalla DJV in occasione della celebrazione odierna della "Giornata mondiale del Libro e del Diritto d'Autore" dell'Unesco, ed è rivolta a sensibilizzare , oltre che i giornalisti addetti ai lavori, soprattutto il grande pubblico. Il sindacato tedesco ha infatti invitato i lettori ( vedi : http://www.djv.de/SingleNews.20+M53170761201.0.html ) a verificare sul campo quante delle foto pubblicate dai giornali da loro acquistati oggi sono, o non sono, firmate e a comunicarne poi i risultati agli organizzatori. " I fotogiornalisti hanno diritto al riconoscimento della paternità del loro lavoro" aveva affermato ieri presentando l'iniziativa il presidente federale DJV, Michael Konken, che ha anche ricordato che, tra l'altro, la firma delle foto è pure un obbligo derivante dalla legge tedesca sul diritto d'autore. Anche da noi in Italia la firma delle foto pubblicate, esattamente come in Germania, è imposta da una norma della legge sul diritto d'autore che però, per quanto riguarda le pubblicazioni giornalistiche, va a scontrarsi con una clausola da anni presente nel contratto nazionale di lavoro giornalistico che, nella sostanza, lascia al direttore della testata la facoltà di pubblicare, o meno, il nome degli autori sia dei testi che delle immagini. Nelle valutazioni sulla gravità del fenomeno, non va dimenticato che la mancata firma delle foto pubblicate, oltre a negare un diritto ai loro autori, sottrae ai lettori la possibilità di individuare con immediatezza la fonte dell'informazione visiva che viene loro proposta e trarne così tutte quelle possibili valutazioni che dovrebbero essere a loro assicurate da un'informazione giornalistica corretta e trasparente. Tra queste pure quella, in caso di "sgarri" ad etica e deontologia contenuti nelle immagini, di permettere al lettore di essere direttamente in grado di denunciarne gli autori al "tribunale" della professione: l'Ordine dei giornalisti.
       
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