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E' nata Giulia e già scende in piazza


Giulia è nata dalla nostra testa, come Minerva, e lotterà assieme a noi… Giulia è l’acronimo di una rete di giornaliste di ogni provenienza regionale, impegnate negli istituti di categoria (ma non solo) ed attive nelle liste di autonomia o ad esse prossime. La gravidanza è stata velocissima, poco più d’una settimana, e la prima uscita avverrà già domani, giovedì 29 settembre, entro la manifestazione (Roma Pantheon) per la libertà d’informazione e d’espressione contro ogni tentativo di bavaglio. L’obiettivo è alto, ma i tempi sono duri e abbisognano di dure. Vogliamo (nota: non “vorremmo”, ma vogliamo) sia introdurre una reale parità e rappresentanza nei nostri istituti di categoria, anche per avere elette che combattano per riformare welfare e organizzazione del lavoro, sia intervenire nel merito del fare cronaca e della rappresentazione dell’immagine della donna e dei modelli di rapporto fra i generi. Non siamo sole,perchè diversi colleghi uomini condividono questo spirito di giustizia. Ed ecco il comunicato:    GIULIA dice no ai bavagli Le donne hanno una lunga consuetudine con i bavagli, hanno dovuto lottare per conquistare il diritto a parlare e ad essere rispettate come persone, a non essere trattate come oggetti: e oggi tutto ciò viene messo in discussione. Anche per questo nasce GIULIA, la Rete delle Giornaliste Unite Libere Autonome. E anche per questo GIULIA aderisce e sostiene la protesta del Comitato per la libertà e al diritto all’informazione contro la Legge sulle intercettazioni che vuole imbavagliare l’informazione. Giovedì saremo in piazza del Pantheon, a Roma, dalle 15 alle 18, con la Fnsi, per difendere la democrazia che ha nell’articolo 21 della Costituzione uno dei suoi capisaldi. E invitiamo tutte le giornaliste a mobilitarsi con noi. Si vuole impedire ai cittadini di essere informati sulle inchieste e sugli indecorosi comportamenti dei politici che non hanno rispetto per le istituzioni che rappresentano. Si vorrebbe silenziare chi, facendo informazione, illumina un sistema di potere maschile che ha ridotto la donna a merce e tangente. Siamo indignate come donne e come giornaliste e siamo sin d’ora pronte alla disubbidienza civile. Per il coordinamento di GIULIA Alessandra Mancuso  a.mancuso@rai.it Italia, 28 settembre 2011
       
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