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Donne nei media, la vetta è ancora tutta da scalare
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Non è, purtroppo, una sorpresa che le donne in Italia non riescano a raggiungere i vertici delle professioni. E nemmeno che nei media la situazione sia anche peggiore rispetto ad altre categorie professionali. Ma essere proprio il fanalino di coda di tutta d'Europa è una notizia su cui davvero riflettere. Il rapporto Eige sul numero delle donne ai vertici dei media parla chiaro: peggio di noi, solo Cipro. di Monia Azzalini, Osservatorio Pavia - Claudia Padovani, Università di Padova Pubblicato dall'European Institute for Gender Equality (EIGE) il primo rapporto europeo sul numero delle donne ai vertici delle principali organizzazioni dei media nei 27 paesi dell'Unione Europea più la Croazia. I risultati dimostrano che - a fronte di un crescente impiego delle donne nelle professioni dei media, in particolare come giornaliste - la cultura organizzativa di supporto rimane prevalentemente maschile e le donne sono ancora notevolmente sotto-rappresentate a tutti i livelli decisionali, anche a causa dell'assenza di interventi normativi e pratiche organizzative finalizzate all'inclusione. I dati per paese evidenziano situazioni molto differenti fra loro. Da un lato, paesi come la Bulgaria e la Lettonia registrano un numero di donne superiore agli uomini a tutti i livelli decisionali e paesi come l'Estonia, la Lituania, la Romania, la Slovenia, la Finlandia e la Svezia hanno percentuali di donne fra il 40% e il 50%. Dall'altro, paesi come l'Irlanda, la Grecia, l'Italia e Malta hanno invece percentuali di donne molto al di sotto della media europea (30%). Le donne ai vertici delle quattro organizzazione monitorate per l'Italia (Rai, Mediaset, Corriere della Sera, La Repubblica) sono soltanto l'11%. Un risultato lontano dall'obiettivo strategico fissato dalla Piattaforma di azione di Pechino nel 1995. Sulla base dei risultati contenuti nel rapporto, il Consiglio dell'Unione Europea (20-21 giugno 2013) ha adottato una Conclusione dedicata all'avanzamento delle donne ai livelli decisionali nei media, richiamando al rispetto degli obiettivi strategici di Pechino tutti gli Stati membri dell'Unione, le loro istituzioni, le aziende che operano nel settore dei media e le organizzazioni di professionisti e professioniste dei media con il contributo del mondo della ricerca e delle organizzazioni della società civile. Il rapporto di EIGE propone tre indicatori per l'area strategica "Donne e Media" della Piattaforma di Pechino, che il Consiglio dell'Unione ha adottato, invitando i paesi membri dell'Unione Europea a un monitoraggio regolare al fine di rafforzare l'uguaglianza di genere nel settore dei media, a partire dalle posizioni dirigenziali. L'indagine su cui si basa il rapporto EIGE è stata condotta da un consorzio di quattro partner europei (l'Università di Liverpool, l'Università di Padova, l'Osservatorio di Pavia, l'Università di Zseged) con la collaborazione di 28 team di ricerca nei 27 paesi dell'Unione più la Croazia. Qui il link per scaricare il report completo.