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Don Sciortino (Famiglia Cristiana) si scatena contro i cattolici del Pdl


Don Antonio Sciortino sempre più scatenato contro la destra: oggi sul sito di Famiglia Cristiana sferra un attacco al Pdl  per il “vergognoso silenzio” dei politici cattolici dopo gli “attacchi della destra a papa Francesco”, seguiti alla sua visita a Lampedusa. Nel suo editoriale il direttore del settimanale cattolico se la prende con Fabrizio Cicchitto  che aveva dichiarato: “Ieri il Pontefice ha sviluppato una riflessione di alto profilo su uno dei più grandi drammi del mondo contemporaneo, l’immigrazione. Un conto è la predicazione religiosa, un altro conto però è la gestione da parte dello Stato di un fenomeno così difficile, complesso e anche insidioso, per di più segnato dall’intervento di gruppi criminali, qual è l’immigrazione irregolare che proprio a Lampedusa ha per ciò che riguarda l’Italia uno snodo fondamentale”. Don Sciortino attacca anche  Maurizio Gasparri e Daniela Santanché, che aveva denunciato una strumentalizzazione politica del messaggio del pontefice. Ma soprattutto critica il silenzio dei parlamentari cattolici Maurizio Lupi (che ha risposto sul sito del settimanale, ricevendo una controreplica del direttore), Mario Mauro, Mariastella Gelmini e Roberto Formigoni, concludendo: “Evidentemente, la disciplina di partito e l’attaccamento alle poltrone del potere valgono più  del Vangelo…”. Di seguito il testo completo dell’editoriale pubblicato su www.famigliacristiana.it <http://www.famigliacristiana.it> Milano, 10 luglio 2013. IL VERGOGNOSO SILENZIO DEI POLITICI CATTOLICI Nello schieramento di centro destra nessun esponente proveniente dal mondo cattolico sente il dovere di difendere papa Francesco dalle critiche dell’onorevole Cicchitto e di altri che come lui hanno “bacchettato” il Pontefice per la sua visita e le sue parole a Lampedusa. Più del dramma degli immigrati contano gli equilibri interni. L’onorevole Cicchitto, trombettiere del pensiero berlusconiano, ha perso un’altra buona occasione per tacere e ha bacchettato il Papa, dopo la sua visita e le sue parole a Lampedusa, di fronte al dramma di ventimila immigrati annegati nel Mare nostrum, un tempo culla delle civiltà e delle tre grandi religioni monoteiste, diventato ora la tomba della civiltà, un cimitero a cielo aperto di tanti poveri cristi, la cui unica colpa è d’essere nati sulla sponda “sbagliata” del Mediterraneo. A dargli manforte in questa presuntuosa lezioncina a papa Francesco non potevano mancare i soliti corifei Maurizio Gasparri (che, a forza di dover sempre dichiarare per apparire, non sa più quel che dice), e l’amazzone Daniela Santanché che, col suo accanito zelo a difesa del capo, spera di guadagnarsi qualche grado in più nel partito o qualche posizione rilevante nell’aula parlamentare. Stendiamo un pietoso velo, invece, sugli incivili rigurgiti razzisti del pasdaran della Lega Erminio Boso che dice di “essere contento se affonda un barcone di immigrati” e chiede al Papa “soldi e terreni per mettere dentro gli extracomunitari che arrivano”. Lui e suoi soci ci hanno già fatto vergognare abbastanza, in questi anni, con politiche xenofobe di bassissima lega. Ma quel che più preoccupa, a testimonianza della loro insignificanza e sudditanza, è il silenzio dei politici cattolici della destra (dove sono i vari Lupi, Mauro, Gelmini, Formigoni?…), così solerti nel correre in soccorso del loro leader-padrone Berlusconi, ma in vergognoso e imbarazzante silenzio di fronte agli attacchi della destra a papa Francesco. Evidentemente, la disciplina di partito e l’attaccamento alle poltrone del potere valgono più  del Vangelo e delle parole di verità e di amore verso i poveri e gli ultimi. Eppure, per chi crede, il giudizio del Signore verterà non sulle ripetute e ostentate affermazioni della propria identità cattolica, ma su atti ben concreti: “avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere, ero carcerato e siete venuti a trovarmi… ero forestiero e mi avete accolto”. Leggere per credere: basta aprire il Vangelo di Matteo al capitolo 25. di don Antonio Sciortino
       
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