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Cronista spolpatore, la testimonianza diretta
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La realtà è molto peggiore dell'immaginazione. La vicenda del "cambio di mansione", da giornalista a spolpatore, è come una scatola cinese: più la si indaga più emergono ulteriori livelli di assurdità e di illegalità. Nei confronti di una redazione di cinque professionisti, due praticanti, una grafica editoriale che credevano di essere reali ed i vece erano virtuali... Contratti fittizi, stipendi non pagati, contributi dichiarati in busta paga da una società che all'istituto previdenziale risulta ignota, un editore "a sua insaputa" e avanti così disperatamente. Uno dei sette colleghi coinvolti, cui garantiamo ovviamente l'anonimato, ci scrive una lettera che riportiamo per intero, col suo consenso. Ora la situazione - non ci sono neanche gli estremi classici per definirla vertenza - è in mano al sindacato lombardo, Alg, e ovviamente all'avvocato. Ecco la testimonianza:
“Come giornalista grafico non servi più, ma puoi sempre restare all’interno della nostra società come addetto alle pulizie o spolpatore di prosciutti”. È la possibilità di continuare a lavorare che una cooperativa modenese, la Logistica Transport, ha recapitato a un suo “dipendente” che, in realtà, come altri suoi colleghi era in forza a una società di comunicazioni, The Media House. Una srl, quest’ultima, che si occupa degli editing del settimanale Ora (per conto di Ediplanet) e del mensile Bella (per conto di Dea). E che di punto in bianco ha cacciato in massa la redazione di Milano, in quanto “l’editore ha dato esito negativo sulla vendita della rivista Ora”, per trasferire il confezionamento dei giornali in questione a un editing di Roma.
Degli otto dipendenti rimasti in mezzo a una strada (cinque giornalisti professionisti, due praticanti, una grafica editoriale) solo due erano assunti direttamente da The Media House, mentre gli altri erano, appunto, sotto contratto con la Logistica Transport. Proprio quest'ultima ha inviato la seguente lettera a un giornalista professionista che operava come grafico: per la sua vecchia mansione non serve più a The Media House, ma “siamo lieti di comunicarle l’opportunità di lavorare presso il nostro ramo pulizie. Nel caso in cui non siano consone alla sua figura, in alternativa le proponiamo nel reparto Carni un posto come Spolpatore”.
Per la cronaca gli stipendi di settembre e ottobre dei malcapitati non sono stati pagati, così come le indennità di fine rapporto e per il mancato preavviso, e, da un controllo effettuato lo scorso 18 ottobre presso l'ente di previdenza dei giornalisti (l'Inpgi), nessun contratto è stato depositato e nessun contributo pagato (le assunzioni del personale risalivano al giugno e luglio scorsi), nonostante i lavoratori abbiano ricevuto le buste paga di luglio e agosto. Gli stessi giornalisti manifestano, poi, profondo stupore nell’apprendere, da una nota inviata al loro sindacato, che l’editore Fabio Piscopo, il referente per il giornale con cui si sono sempre interfacciati direttore e videdirettore editoriali di Ora, nulla ha a che fare con il settimanale menzionato. Un altro colpo di scena nella “casa dei misteri”.