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Cari colleghi, non solo di Mediaset


Buon voto! Online - ancora per un paio d'ore -,  altrimenti sabato e domenica in viale Montesanto. E se serve un "ripasso" eccovelo in una lettera chiara e ben documentata, oltre che civile, cosa purtroppo infrequente in questa campagna elettorale.... L'ho "rubata" a Guido, anzi a Guido Franklin :-), che l'aveva inviata ieri ai suoi colleghi Mediaset... 
Care colleghe, cari colleghi, Come alcuni tra voi sanno sono candidato a consigliere generale dell’Inpgi. Domani è l’ultimo giorno per il voto telematico, e mi sono deciso a infastidirvi con una mail di sollecitazione perché nelle ultime giornate e ore sono successe alcune cose per me rilevanti, a partire dall'avvio del tavolo di confronto convocato dalla Presidenza del Consiglio per concordare le misure per la messa in sicurezza dei conti dell’Istituto. Fatto non scontato, visto il clima di ostilità nei confronti della categoria che continua a caratterizzare parte del parlamento. Questo confronto dovrebbe portare ad una miglior definizione del percorso di allargamento della base contributiva dell’Inpgi, con l’ingresso di nuove figure legate alla comunicazione e all'informazione, in particolare sul versante digitale e social. Questo processo, insieme alla definizione dei profili contrattuali per i giornalisti nella pubblica amministrazione, che potrebbe finalmente portare all'ingresso di alcune altre migliaia di assicurati nell’Inpgi, è il contributo necessario di “nuove leve” che può consentirci di superare la cosiddetta gobba negativa nella proiezione attuariale dei bilanci futuri e di raggiungere la posizione di equilibrio e di progressivo miglioramento dei conti. Altrettanto rilevante però è la dimensione delle assurdità che vengono sparse a piene mani in questa campagna elettorale, a partire dall'idea di una garanzia pubblica, cioè finanziata dallo Stato, sulle nostre pensioni, che dovrebbero essere pagate da un Inpgi ridisegnato sulla normativa del 1994. Proposta basata sul presupposto che in fondo l’Inps sia più solido dell’Inpgi. Nel 2020 l’Inps, per far quadrare i conti, mette a bilancio preventivo un trasferimento dalla fiscalità generale che supera i centoventi miliardi di euro. Il problema dell’Inpgi, come quello dell’Inps, non è il sistema di calcolo delle pensioni, contributivo o retributivo, come qualcuno insiste a dire, ma la natura in sé del sistema in cui gli attivi versano i contributi per i pensionati e la base di calcolo. Oggi la base di calcolo per l’Inpgi è l’intera vita lavorativa, e questo è sostenibile, ma ancora paga pensioni calcolate sui migliori dieci anni, e questo provoca la gobba. Una garanzia pubblica, che dovrebbe essere deliberata dal Parlamento e non dall’Inpgi, non potrebbe comunque portare l’Istituto al di fuori delle regole dell’intero sistema previdenziale italiano disegnate due anni dopo la data feticcio, ovvero nel ‘96. L’attuale governance dell’Inpgi, a mio modo di vedere, ha lavorato bene ed è avviata sulla strada giusta. Chi oggi vi chiede il voto lo può fare come me, che mi assumo la responsabilità piena di scelte fatte collettivamente, o come chi sparge veleni e accusa l’Istituto di scarsa trasparenza. Guarda caso sono i colleghi che nelle giornate scorse vi hanno scritto per sollecitare il voto costruendo un indirizzario in cui mancava un nome, il mio. Sistematicamente. Bella trasparenza. Grazie per la pazienza, sono comunque a vostra disposizione. Guido Besana
       
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