Bianca Mazzoni

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Bianca Mazzoni, professione cronista sindacale. Primo pezzo scritto nel 57/58 sul giornale del sindacato unitario dei lavoratori delle assicurazioni. Oggetto: l'approvazione urgente della proposta di legge contro i licenziamenti delle donne in caso di matrimonio. Allora ero impiegata in una compagnia di assicurazione che era una fabbrica di zitelle involontarie, con fidanzati clandestini. Alla collega a cui dettavo il pezzo dovetti spiegare il perché della legge. Pensava che fosse giusto essere “dimissionate” quando si convolava a giuste nozze. Nel '60 arrivo all'Unità, faccio le brevi, la nera, la pagina della cronaca della Lombardia. Poi la cronaca sindacale di Milano. A quei tempi l'Unità e l'Avanti “coprivano” le notizie della Cgil, l'Avvenire quelle della Cisl. Solo dopo l'uscita de Il Giorno anche gli altri quotidiani cominciarono a scrivere di lavoro e di sindacati. E poi con il '68 tutto stava cambiando. Breve periodo come redattrice agli interni “causa maternità” - gli orari di lavoro erano più compatibili con gli impegni di mamma – poi il ritorno alle cronache sindacali per le pagine nazionali. Capocronista della pagina milanese, caporedattore. Negli ultimi anni di lavoro prima della pensione battitrice libera. Ma sostanzialmente cronista sindacale. Nel sindacato dei giornalisti, come logica conseguenza dell'impegno professionale: nella seconda metà degli anni '70 comitato di redazione dell'Unità di Milano, impegno nel Gruppo di Fiesole e poi in Nuona Informazione, due Congressi della Fnsi, Consiglio Nazionale dell'Ordine nel '95 per alcuni mesi, dal '96 e per due mandati fiduciario Casagit della Lombardia. Da sempre attenta con la ragione ma soprattutto con il sentimento alle questioni di genere. Non sempre duttile come richiedono i tempi, ma spero una gregaria affezionata.