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Ultimo appello: l'Ordine o cambia o muore. Al voto!
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di Michele Urbano Ultimo giro per il rinnovo dell'Ordine. Una frase doppiamente vera. Per la cronaca di questi giorni e per il futuro della deontologia. Certo, domenica e lunedì si torna a votare per il rinnovo dell'Ordine lombardo e per quello nazionale. L'appuntamento è come al solito in corso Venezia nella bella sede liberty dell'Unione commercianti. Stavolta, però, le procedure saranno più veloci. Si voteranno solo i candidati che hano superato il ballottaggio. E soprattutto si voterà su schede con i nomi prestampati. Dunque, ci risparmieremo la ricopiatura di decine di nomi. Sì, basterà una crocetta a fianco dei nomi prescelti. Chi la spunterà? Difficile fare previsioni. Con una battuta si può dire solo che vincerà chi avrà fatto le alleanze migliori, ossia quelle che si tradurranno in un maggior numero di voti. Si sa, all'Ordine si vota con un sistema maggioritario purissimo. E ripetuto che sarebbe anche ora di cambiare sistema (ha senso, ad esempio, costringere i colleghi ad andare due volte a votare?), il maggioritario premia chi prende più voti, punto e basta. Al primo turno le squadre erano andate avanti così: Stampa democratica alleata a Quarto Potere di Edmondo Rho e Daniela Stigliano, più l'immancabile Ciccio Abruzzo; i “Senza bavaglio” di Massimo Alberizzi e Simona Fossati da soli al regionale ma alleati con Gallizzi al nazionale; e, infine, “Un altro ordine è possibile”, cioè la lista civica del presidente uscente, Letizia Gonzales, che raccoglieva il consenso di Nuova Informazione. Al primo turno la coalizione di Stampa Demoratica e associati, è stata premiata proprio per la sua capacità attrattiva. Ma non è detto che al secondo non ci possano essere novità rilevanti. Pare di capire, infatti, che domenica e lunedì gli schieramenti saranno due soltanto. Da una parte “Stampa democratica”, Quarto Potere e Abruzzo; dall'altra, Senza bavaglio (che al primo turno ha evidenziato un buon exploit elettorale), Nuova Informazione e i “Gallizziani”. Quindi pronostico assai difficile. Si vedrà lunedì sera. Ma come dicevamo all'inizio c'è un'altra verità dietro l'elemento della cronaca e perfino dello stesso esito elettorale. Al di là di chi lunedì risulterà vincitore, nei prossimi tre anni l'Ordine ha di fronte una sfida che forse può essere l'ultima: quella di recuperare una credibilità, una modernità, in una parola una “utilità” reale che si è ormai ridotta al lumicino. Credibilità vicino allo zero che spiega anche la ulteriore caduta della partecipazione. Che domenica e lunedì scorso è stata particolarmente pesante tra i pubblicisti: -30%. Ma anche in generale le cose vanno malissimo. Già, la partecipazione viaggia ormai sul 5%. Un autentico disastro. Insomma, per dirla tutta, è un sistema che ormai rappresenta una sparuta minoranza. Un sistema che non regge più. E quindi o nei prossimi tre si cambia oppure sarà meglio lasciar perdere e magari cominciare a pensare a qualcos'altro. E' questa la sfida che impegnerà gli eletti di lunedì sera. Qualunque sia il loro nome e appartenenza. Buona fortuna a tutti.