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Silvia fuori? A smenarci è il Fondo


Purtroppo Silvia Sacchi non è stata eletta nel cda del Fondo. Ce l'avrebbe fatta, se tutti fossero stati ai patti, quelli "a scacchiera" che servono, in una lista di sei nomi di cui solo quattro votabili, per consentire a tutt'e sei di venire eletti. Invece Silvia ed il collega Francesconi sono rimasti fuori perchè, conti alla mano, molti elettori si sono concentrati su una coppia di candidati soltanto. Quando non addirittura su uno solo. Invece noi abbiamo diligentemente e lealmente compilato la scheda in tutt'e quattro le caselle. Noi. Il danno è stato portato al Fondo, escludendo la collega più competente, quella che si è sempre battuta sia per l'autonomia del Fondo da editori e da primo pilastro sia per escludere i gestori dai rendimenti molto al di sotto del benchmark (per non parlare della vicenda Generali...). L'unica consolazione è che Pinuccia Mazza invece è stata eletta nel Collegio dei sindaci. Buon lavoro a lei e complimenti al Fondo, che ha la fortuna di aggiudicarsi una professionista esperta ed agguerrita. Qui sotto le parole con cui Maria Silvia Sacchi, a caldo, ha annunciato i risultati ai colleghi di Nuova Informazione: "" Questa volta è andata male. Sono arrivata ultima. Mi sono piazzata… in fondo al Fondo... Ringrazio tutte le colleghe e i colleghi che mi hanno votata e mi scuso con loro di non poterli rappresentare, continuando il lavoro iniziato tre anni fa. È stata però rieletta tra i sindaci effettivi Pinuccia Mazza, una garanzia assoluta. Sono contenta di aver fatto l'esperienza dei tre anni che si concludono qui, anni che sono stati durissimi avendo incrociato il rinnovo del contratto e il precipitare della crisi dell'editoria. E sono anche contenta - seppur non felice – dello sgambetto finale di alcuni degli "amici" con i quali mi sono presentata alle elezioni, che mi ha ri-aperto gli occhi su una parte della nostra categoria. In questi tre anni ho sostenuto alcune posizioni che forse non sono piaciute a tutti, ma che continuo a ritenere giuste. 1) il Fondo è un istituto non obbligatorio al quale le persone danno da gestire quella che sarà la propria previdenza integrativa. Per questo deve restare indipendente da tutto, dalla politica e dagli altri istituti di categoria. In particolare, deve lavorare a fianco dell'Inpgi, ma non essere una dipendenza dell'Inpgi. 2) per via del punto 1) penso che nel Cda dovrebbero essere nominate persone che non siano contemporaneamente presenti in altri istituti/organismi di categoria. Ho molto auspicato che nella revisione dello statuto, che è in atto da tempo, si prevedessero delle incompatibilità di questo tipo e spero che avvenga. Ritengo, inoltre, che sarebbe importante migliorare la governance con l’ingresso di consiglieri indipendenti - non giornalisti e non editori - ma questo aprirebbe il terreno accidentato dei compensi ai consiglieri. Il cui impegno è, almeno sino ad ora, di fatto gratuito (esiste un gettone di presenza di 150 euro lordi a riunione di Cda). 3) il Fondo deve essere gestito in modo professionale con l'unico interesse al mantenimento e alla crescita del denaro delle colleghe e dei colleghi 4) per via del punto 3) sono contenta di aver posto con decisione al Cda il tema-Generali. La compagnia di assicurazione Generali è stata fino all'inizio di quest'anno uno dei principali gestori del Fondo e le sue performance hanno penalizzato parecchio i rendimenti 2014 (tabella a pagina 4 della relazione di gestione). Anche Azimut non ha fatto bene, e anche questo si vede nel bilancio 2014. Ma il gruppo Generali, anche attraverso la sua controllata Ina Assitalia, ha fatto una cosa in più: concorrenza al Fondo raccontando ai colleghi e alle colleghe che il nostro istituto versava in situazioni critiche, che non garantiva il Tfr e altre cose (false) di questo tipo, per convincerli a passare con loro (perdendo, così, l'1 per cento di versamento dell'azienda). Che a fare queste considerazioni fosse la stessa società che gestiva il nostro denaro, per giunta penalizzando i nostri risultati, non si poteva far passare. 5) il Fondo deve essere trasparente e comunicare in modo chiaro e tempestivo con i colleghi e le colleghe. Lascio al nuovo Cda il sito internet al quale ho lavorato negli ultimi mesi: è completamente rinnovato e attende solo di essere messo on line. ""
       
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