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Se il padrone si fa il sindacato su misura. Condannato
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La giudice del lavoro del Tribunale di Napoli, Maria Pia Mazzocca, ha condannato per comportamento antisindacale l’amministratore delegato di Citynews Spa, Luca Lani. In una mail indirizzata ai giornalisti del gruppo il 15 luglio 2020, Lani aveva attribuito alla Fnsi, che pochi mesi prima aveva dato formale disdetta al contratto di lavoro sottoscritto con l’Uspi – di cui lo stesso Lani è vicepresidente – la responsabilità di una serie di «effetti nefasti per l’azienda», scrivendo, fra l’altro, che l’azienda «per colpa del sindacato non potrà più assumere, non potrà dare aumenti salariali e sarà costretta a tagliare il budget». Accusando, inoltre, la Fnsi di danneggiare la categoria e inducendo alla costituzione di un’associazione sindacale di comodo da contrapporre al sindacato dei giornalisti. Tutto questo, si legge nel decreto di accoglimento del ricorso presentato dal Sindacato unitario dei giornalisti della Campania, assistito dagli avvocati Luigi De Martino e Bruno Del Vecchio, usando «espressioni che in maniera evidente travalicano i limiti del diritto di critica ed integrano pertanto una condotta antisindacale». Non solo. «Definire “un sindacato come non rappresentativo e dannoso” e indurre la costituzione di un nuovo sindacato interno che ne facesse da contraltare – prosegue la giudice – integra la violazione dell’art. 17 dello Statuto dei Lavoratori rubricato “Sindacati di comodo”, il quale così stabilisce: “È fatto divieto ai datori di lavoro e alle associazioni di datori di lavoro di costituire o sostenere, con mezzi finanziari o altrimenti, associazioni sindacali di lavoratori”». Viene, in sintesi, contestato all’ad di Citynews di avere, con la sua comunicazione ai lavoratori, leso il bene dell’esercizio dell’attività sindacale e incitato, mettendo persino a disposizione i mezzi aziendali, la creazione di un nuovo gruppo di rappresentanza dei lavoratori. Per questi motivi, la giudice ha dichiarato nulla, «integrando l’ipotesi di cui all’art 28 della legge 300/70, la comunicazione del 15 luglio 2020 dell’amministratore delegato dott. Luca Lani, i cui effetti non possono pertanto ritenersi esauriti», e ordinato alla società di rimuovere la mail. Nel decreto viene inoltre inibito al datore di lavoro di effettuare indagini sulle opinioni sindacali dei lavoratori; di pubblicare i nomi degli iscritti al sindacato; di promuovere, sostenere e costituire associazioni sindacali di comodo; di denigrare il sindacato di fronte agli iscritti o aderenti e, comunque, di fronte alla redazione giornalistica di Citynews. La giudice ha infine condannato Citynews, oltre al pagamento delle spese di lite, a pubblicare il decreto di accoglimento dei ricorso, a cura e spese della società, per tre giorni consecutivi, sia nella homepage di tutte le testate del gruppo, sia sulla home page del sito web Citynews.it, utilizzando i caratteri previsti utilizzati per le comunicazioni ordinariamente pubblicate. «Si tratta – dicono Raffaele Lorusso e Claudio Silvestri, segretario generale della Fnsi e segretario del Sugc – di una sentenza esemplare, che fa giustizia dei tentativi dell’editore di Citynews di portare un attacco alla Fnsi, “colpevole” di aver dato la disdetta ad un contratto non correttamente applicato e di pretendere che aziende come Citynews riconoscano ai propri giornalisti il contratto Fieg-Fnsi, in ragione delle dimensioni, della diffusione sul piano nazionale e del numero dei dipendenti. Questo provvedimento è una lezione anche per chi, a cominciare dall’Uspi, pensa di aggirare la corretta applicazione del contratto di lavoro giornalistico attraverso la sottoscrizione di pseudo-accordi con sindacati di comodo, creando danni ai colleghi