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Rcs: negoziati sul debito, anche Pirelli (dopo Mediobanca, Fiat, Intesa e Mittel) dice sì all'aumento di capitale


(ANSA) - MILANO, 11 APR - Proseguono le trattative tra Rcs e le banche creditrici, per rinegoziare il debito del gruppo con nuove linee da 575 milioni. L’obiettivo è completare i lavori in vista del consiglio cruciale di domenica 14 che dovrà tirare le somme del lavoro degli ultimi mesi, con anche piano e aumento, approvando quindi il bilancio 2012. La partita sembrerebbe comunque in discesa dopo che Unicredit si è messa a trattare su tutte e tre le linee allo studio, e non solo cioé per quella a breve termine legata alle dismissioni, e attorno al tavolo del debito si registra un cauto ottimismo. Sembra poi destinato a proseguire ad oltranza il tavolo aperto con i rappresentanti sindacali dei giornalisti del Corriere, dopo la piattaforma di proposte approvata dall’assemblea dei redattori e portata alla mediazione con l’azienda. Si punterebbe anche in questo caso a un’intesa entro domenica in modo da sostenere il piano con costi calcolati al centesimo anche per il personale giornalistico. L’azienda stimava 110 esuberi su 335, con un taglio dei costi per 32 milioni. Il Cdr propone 45-50 prepensionamenti nel triennio con altri risparmi che portano i tagli totali a 12,5 milioni. Partirà da subito invece il lavoro di esplorazione, o ’scouting’ come dicono fonti nel patto, in vista del possibile riassetto, dopo le riflessioni tra i grandi soci che legano l’impegno per l’aumento alla necessità comunque di un nuovo progetto e un diverso status quo nel gruppo. Sembrerebbe invece ancora presto per far i nomi dei possibili candidati. Mediobanca e gli altri grandi soci avvieranno prima una nuova e accurata ricognizione di Rcs, cercando di capire quale siano il valore e la potenzialità del gruppo, sia intero e sia nelle sue parti (Quotidiani, Periodici, Libri, e poi gli immobili e le attività in Spagna, ecc), analizzando anche i punti di forza e di debolezza dei concorrenti italiani ed esteri, prima di individuare una serie di soggetti cui indirizzare eventuali memorandum. Appare intanto sempre più ovvio, spiegano così fonti del patto, che a valle dell’aumento di capitale si arrivi a uno scioglimento anticipato, seppur solo di qualche mese, del patto di sindacato. Il ’salotto buono’ del Corriere della Sera potrebbe insomma aver ancora pochi mesi davanti a sé. Anche Pirelli (5,23%) è intanto uscita allo scoperto tra i soci di testa del patto - dopo Mediobanca, Fiat, Intesa e Mittel - annunciando l’adesione all’aumento che nella prima tranche sarà di almeno 400 milioni di euro. Della partita dovrebbe essere poi anche Edison, secondo quanto è appreso, che con l’1% sarebbe chiamata comunque a un esborso nell’ordine dei 4 milioni. Le defezioni per ora sembrano limitate a Generali (3,7%) e Merloni (2%), con anche Lucchini (2%) in qualche modo fermato da alcuni ostacoli burocratici. Per parte sua Italmobiliare (7,419%) ha chiarito che valuterà solo in un secondo momento l’operazione. In teoria mancano all’appello le risposte ufficiali di Fonsai (5,27%) e la Erfin di Bertazzoni (1,22%), ma dovrebbero essere della partita. Fuori patto, il primo azionista, Giuseppe Rotelli (ha il 13% con opzioni su un altro 3,5% per il quale già vota), non ha ancora dato indicazioni sulle proprie intenzioni, ma l’aumento arriverà a luglio e quindi l’imprenditore della sanità probabilmente si prenderà altre settimane per valutare il da farsi. E’ poi un incognita la posizione di Diego Della Valle (8,69%): gli ultimi sviluppi nel patto avevano spinto qualcuno a prevederne l’adesione, ma poi le frasi di ieri sul fatto che ci son “cose più serie” di Rcs (”in confronto ai problemi del Paese è una barzelletta”, ha detto) han fatto capire altro. (ANSA).
       
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