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Rcs, massacro parte seconda


Tavola di Piero Fornasetti Il massacro di Rcs prosegue. Scioperi, manifestazioni, proteste sono passati e altri ne verranno, mentre ferma e intatta rimane l'intenzione della proprietà di svendere e di certa politica di profittarne per dare un altro duro colpo al pluralismo dell'informazione (abbiamo appena pubblicato il comunicato della Fnsi, in cui ci riconosciamo appieno). Film già visto, dunque, ma siamo ormai ai titoli di coda, e pescando nella memoria non se ne traggono profezie rassicuranti: delle testate vendute ai tempi di "Bella", "Ecco" e la Frep, con l'Europeo già sepolto, non è mai sopravvissuta neanche una sola redazione, benché qualche testata sia invece ancora in edicola. E allora per giunta non si era neanche immersi in una crisi epocale come l'attuale... Certo, ci difenderemo. "Noi", nel senso dei giornalisti, delle redazioni, del sindacato - per quanto frantumato in troppe rappresentanze, il che non ha mai aiutato: di qua il quotidiano bianco e di là quello rosa, ancora più in là i "dorsi" e poi più in là ancora i periodici, pur'essi soffrendo fra figli e figliastri -; e a questi "noi" nel tempo non è stato fatto mancare niente, dalla P2 ai Patti di sindacato passando per Mediobanca. "Noi" che difendiamo il posto di lavoro... Come molto saggiamente interveniva tre mesi fa Oreste Pivetta, nella discussione, accesa, entro Nuova Informazione sul tema vendere sì o no via Solferino: "Difendo il lavoro non il posto. Se vendere un palazzo (mattoni, vetro, cemento) serve a ricavare quattrini per tappare buchi e per investire in nuove iniziative editoriali, salvando il lavoro, è giusto vendere. Lo si direbbe senza timore per qualsiasi altra azienda al mondo, costruisca automobili o stampi lamiere. Il problema è capire se esiste un piano, un progetto credibile, se c’è un’idea innovativa in ballo"... Oreste se lo chiedeva a inizio marzo. Invece s'è ben visto qual era il vero piano: non vendere pezzi d'argenteria per risanare e rilanciare i prodotti, bensì svendere sottobanco direttamente i prodotti. Forse è giunto il momento di tornare a ricordare ai lettori, anzi agli smemorati connazionali tutti, gli ultimi atti di questo ormai trentennale e opaco dramma molto italiano. Cominciamo, intanto, con un po' di rassegna stampa di quanto abbiamo qui pubblicato: http://www.nuovainformazione.it/senza-categoria/basta-rcs-un-massacro-che-non-permetteremo/ http://www.nuovainformazione.it/lavoro/vertenze/i-periodici-rcs-alla-santanche/#comment-8066 http://www.nuovainformazione.it/?s=rcs&searchsubmit=Cerca
       
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