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Quotidiani: avanza il digitale, ma il 90% dei ricavi dell'industria editoriale arrivano ancora dalla carta
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E’ terminata, ieri, a Bari la conferenza internazionale dell’industria editoriale e della stampa quotidiana promossa da WAN-IFRA (Associazione mondiale degli editori) e ASIG (Associazione Stampatori Italiana Giornali). Ecco il report della giornata dell’agenzia di stampa Agi. Dopo il saluto di benvenuto di Franco Capparelli, direttore generale della Edi.sud, la societa’ che pubblica la Gazzetta del Mezzogiorno, agli oltre 180 partecipanti che insieme ai 14 sponsor hanno aderito all’evento, è stato Gianni Paolucci, presidente ASIG, ad aprire i lavori e subito con un monito: “Il digitale sta cambiando in profondità l’industria editoriale, ma non esistono soluzioni standard né business consolidati. Le culture sono diverse, le economie sono differenti. E i ricavi vengono ancora per il 90% dalla carta”. La prima parte della conferenza e’ stata dedicata a “Nuovo giornalismo e nuova pubblicita’: riorganizzare lo sviluppo”. Massimo Martellini, presidente della Federazione delle concessionarie di pubblicità, ha tracciato uno scenario del mercato pubblicitario italiano e provato ad immaginare i suoi trend evolutivi, nel segno di un moderato ottimismo: e’ crisi, ma si aprono spiragli di ripresa. “Il futuro dei giornali – ha detto – è nel loro passato: storia, valore del marchio, credibilità, contenuti. Storie scritte bene. Coltivare talenti e così contribuire alla circolazione delle idee”. Massimo Colombo (Publikompass, La Stampa) ha delineato le strategie pubblicitarie del gruppo Stampa-Secolo XIX, che puntano su l’organizzazione di eventi capaci di coinvolgere sia i lettori abituali che quelli che non lo sono. In questo modo si rafforza il brand delle testate e si creano ricavi aggiuntivi. Per Domenico Ioppolo, di Class Editori, occorre concentrarsi non sulle notizie, che oggi sono disponibili in grandi quantità ovunque, ma sulle informazioni, che sono su un livello superiore, richiedono approfondimento ed interpretazione. Le notizie non sono monetizzabili, mentre l’informazione di qualita’ ha un valore sul quale si puo’ costruire business. Seconda parte dei lavori incentrata sul tema “Giornalismo: produrre e valorizzare i contenuti”: le mutate abitudini di consumo dell’informazione richiedono nuovi prodotti e servizi, ma rendono inevitabile anche un ripensamento profondo dei modelli organizzativi redazionali e del lavoro dei giornalisti. Ne hanno discusso alcuni protagonisti del panorama giornalistico italiano su carta e web: Giuseppe de Tomaso, della Gazzetta del Mezzogiorno, Claudio Giua, del gruppo editoriale L’Espresso, Peter Gomez, de il Fatto Quotidiano, Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, Martina Recchiuti de L’Internazionale, Francesco Zanotti, della Federazione Italiana Settimanali Cattolici. Per Giua, mai come oggi i giornali hanno ricoperto un ruolo centrale nella formazione dell’opinione pubblica. I contenuti sono raggiungibili su molteplici piattaforme, ma i giornali restano fondamentali perche’ offrono una gerarchia delle notizie e danno un senso al flusso di informazioni. Per Gomez e’ assolutamente necessaria l’integrazione con i social media e quindi la figura del social media manager e funziona la formula del blog all’interno del sito di informazione. D’altronde, ha aggiunto Gomez, “il Fatto Quotidiano e’ nato da un debito di riconoscenza nei confronti di internet che gli ha permesso di partire con una dote di 30mila abbonati”. Sono stati presentati poi alcuni tra i prodotti e servizi piu’ innovativi dell’industria dei quotidiani. Una panoramica delle ‘best practices’ internazionali e’ stata curata da Gregor Waller di WAN-IFRA; poi le esperienze di Domenico Ciancio Sanfilippo, de La Sicilia, Franco Zamboni del Gruppo Athesis, Virginia Gonzalvo Yanes di El Economista. A conclusione dei lavori della prima giornata, Sergio Vitelli, segretario ASIG, ha disegnato gli scenari piu’ probabili per l’editoria mondiale dei prossimi anni, con editori che dovranno tendere alla globalizzazione dei propri prodotti, all’adattamento degli stessi a tutte le piattaforme esistenti, alla creazione di una propria nicchia specialistica, verticale, locale, iperlocale. A livello delle redazioni – ha aggiunto – sara’ necessario concentrare, decentrare, verticalizzare. In una parola, ottimizzare. I ricavi andranno perseguiti creando piu’ canali possibili di entrate cosi’ come andranno diversificate le strategie di distribuzione, tra strategie social network/aggregatori oriented, strategie consociative, strategie in partnership. Insomma, ha concluso, una sfida da vincere con risolutezza e mettendo in campo tutte le energie disponibili. I lavori di WAN-IFRA Italia proseguiranno domani alle ore 9,30 con una sessione dal titolo “Tecnologie e riorganizzazione: il futuro e’ qui”. L’innovazione tecnologica ed organizzativa, anche in un settore maturo come quello della stampa, caratterizzato dal calo dei volumi produttivi e dall’erosione dei margini economici, rimane fondamentale nell’ottica di creare maggiore efficienza nella filiera produttiva e maggiore sinergia tra i suoi attori. Si aprira’ con una rassegna delle novita’ tecnologiche emerse dalla Drupa 2016 di Dusseldorf e a seguire un gruppo di relazioni sul tema “Tecnologie, automazione e materiali di consumo: a che punto siamo?”. Stampatori dall’Italia e dall’estero presenteranno le proprie esperienze nell’utilizzo delle tecnologie per realizzare efficienze tecniche ed organizzative. A chiudere, un panel di discussione centrato sulla realta’ italiana: “Riorganizzare il network di stampa: cambiare si puo’?”. E sempre domani verra’ presentata il Rapporto 2016 sull’industria dei quotidiani in Italia realizzato dall’Osservatorio Tecnico “Carlo Lombardi”, con la mappa anagrafica completa di editori, testate, centri stampa, concessionarie e agenzie di informazione, e tutti i dati statistici piu’ aggiornati dell’industria editoriale e della stampa italiana.