Redazione
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Questa è schiavitù
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di Gegia Celotti Un tentativo di “moral suasion” nei confronti di quei colleghi che avrebbero i mezzi per evitare lo sfruttamento del precariato, ma non li usano. E’ il senso del documento sul lavoro precario che abbiamo approvato ieri, nel Consiglio nazionale dell’Ordine: No alla schiavitù e allo sfruttamento del lavoro precario. Il testo: “Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, riunito a Roma il 16 giugno 2011, ha approvato il seguente ordine del giorno con 136 voti favorevoli e due astenuti: La libertà di stampa e la qualità dell’informazione passano attraverso il rispetto delle regole e della dignità delle persone e del loro lavoro. Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti esprime la sua ferma condanna per le pratiche sempre più diffuse di sfruttamento del lavoro giornalistico e ribadisce la necessità di avviare un’azione a largo raggio su questa tematica, diventata ormai un’emergenza, al fine di garantire uguali diritti a tutti coloro che svolgono la professione giornalistica. Il Cnog CHIEDE ai direttori di vigilare e farsi parte attiva affinché le prestazioni di lavoro giornalistico affidate a colleghi non contrattualizzati non ledano la loro dignità professionale dal punto di vista etico e dei compensi troppo bassi. Facendo in tal caso emergere eventuali violazioni di tipo deontologico a carico degli stessi direttori e dei colleghi con funzioni dirigenziali che tollerano queste situazioni CHIEDE che sia istituito anche sulla scorta di quanto segnalato dai presidenti degli Ordini regionali un Comitato Tecnico Permanente che avvalendosi di contributi legali e di esperti, individui un Quadro normativo che consenta di dare nuovi strumenti per la tutela della dignità giornalistica e certezze di diritto per gli Ordini regionali chiamati a intervenire in materia disciplinare che sia istituita al più presto una soglia minima di retribuzione, che i contributi pubblici alle aziende editoriali siano vincolati a criteri di chiarezza e trasparenza, escludendo gli editori che non applicano ai giornalisti condizioni contrattuali dignitose. SOLLECITA l’Inpgi ad avviare ispezioni a tutela del rispetto delle norme contrattuali nelle aziende, con particolare riferimento al lavoro precario. E a valutare la posizione di chi pur essendo in pensione continua a svolgere la professione con le modalità del lavoro dipendente utilizzando i benefici di legge a danno dei colleghi in attesa di essere regolarizzati ESPRIME pieno appoggio all’iniziativa di convocare a Firenze per ottobre un incontro nazionale della categoria con Fnsi e Inpgi per affrontare insieme la grande emergenza dei precari. Primo firmatario, Alberto Vitucci