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Pubblicità: - 3,8% nel 2011. La Tv raccoglie ancora più del 50%, Internet segna + 12,3%, quotidiani a - 5,8%, free press - 42,9%


La Televisione è ancora la regina della raccolta pubblicitaria, nel 2011, nonostante la crescita costante di Internet. Va male per i quotidiani, a picco la free press, perdite contenute per i periodici. Giugno e novembre i mesi peggiori. In forte calo i beni di largo consumo. A fronte del calo generalizzato della pubblicità, aumenta tuttavia il numero delle aziende che investono in pubblicità (sfruttanto i forti sconti applicati sui listini), soprattutto quelle che investono solo sul web. Questi, in sintesi, i dati diffusi dalla divisione AIS (Advertising Information Service) di Nielsen riguardo al mercato pubblicitario italiano nel 2011. Che lo scorso anno ha sofferto comunque il confronto con il 2010. Il 2011 si è infatti chiuso con una riduzione degli investimenti a totale tipologie di comunicazione (commerciale nazionale, locale, rubricata e di servizio) del -3,8%. Il risultato migliore è stato raggiunto nel terzo trimestre 2011 dove il calo degli investimenti è stato solamente del -0,4% (nella sola tipologia commerciale nazionale) rispetto allo stesso periodo del 2010. Per quanto riguarda l’andamento mensile, una variazione positiva solo in gennaio e nei mesi autunnali. Attività/Servizi e Largo Consumo sono i macrosettori che quest’anno hanno risentito più pesantemente della crisi del mercato pubblicitario. Nel Largo Consumo incide il calo d’investimento delle aziende del settore Alimentari (primo settore per livello d’investimento del mercato) del -9,1%, assieme a quello di Bevande/Alcoolici (-11,5%). All’interno di Beni durevoli spicca il settore Automobili (al 2°posto per livello d’investimento nell’intero mercato) che aumenta la raccolta del +5,1% rispetto al 2010. Il macrosettore Persona cresce del +3,1%, grazie ai comparti Cura Persona (+6,1%) e Farmaceutici/Sanitari (+4,9%); cala solo Abbigliamento, anche se meno della media del mercato. La televisione rimane il mezzo più pianificato dalle aziende italiane, con una quota superiore al 50% sul totale investimenti, nonostante un calo nella raccolta pubblicitaria del -3,1%; la stampa riporta risultati negativi: i quotidiani segnano un -5,8%, i periodici sono quelli che nell’anno hanno subito meno perdite, fermandosi a un -3,7%, Cala del 7,8% anche la radio. Internet rimane l’unico mezzo in crescita ottenendo un +12,3%. Nonostante la congiuntura negativa, è in aumento il numero di aziende inserzioniste: 20.451 aziende, l’1,3% in più rispetto al 2010; la stampa raccoglie il maggior numero di aziende inserzioniste anche se il numero è in calo rispetto al 2010 (a totale stampa la perdita di inserzionisti si assesta sul -0,7%). Su internet aumenta anche il numero di aziende (+4,5%), inoltre il 42,7% delle aziende che investono su questo mezzo, lo fanno esclusivamente su di esso. Le aziende che investono in televisione preferiscono invece una pianificazione multimedia, solo il 18,1% infatti investe esclusivamente sul piccolo schermo, al contrario di quelle che investono nella stampa, soprattutto periodica (65,7%).
       
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