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Paola Severino: avanti con la riforma dell'OdG


di Gegia Celotti e Giancarlo Ghirra Non ci sarà alcun rinvio del provvedimento che modificherà l'Ordine dei giornalisti entro il 13 agosto. Il ministro della Giustizia vedrà nelle prime settimane di maggio i rappresentanti dell'Ordine dei giornalisti per definire la riforma del Consiglio nazionale. Lo ha detto Paola Severino incontrando a Perugia il presidente dell'Odg Enzo Iacopino e il segretario Giancarlo Ghirra prima dell'incontro su etica e deontologia dei giornalisti. Stimolata dalle domande di Iacopino e del ricercatore Enrico Finzi, autore per conto dell'Ordine lombardo, presieduto da Letizia Gonzales,  di una interessantissima ricerca sulla percezione che i cittadini italiani hanno dei giornalisti e degli editori italiani, la ministra ha spiegato di volere ancora l'Ordine purché diventi efficiente e più credibile. Colpita come tutti dai dati della ricerca di Finzi, che vedono la credibilità dei giornalisti ridotta a livelli molto bassi, seppure superiore a quella di editori e pubblicitari, Paola Severino ha rilanciato l'esigenza di una rigorosa formazione professionale, non limitata a praticanti e free lance, ma allargata anche a chi è in attività: una formazione permanente e continua. Soprattutto funzionale a una rigorosa cultura dell'etica del giornalismo, affetto da conflitti d'interesse ma anche da sciatteria e faziosità che impediscono di fornire notizie separate dalle opinioni. I cittadini interpellati da Enrico Finzi hanno le idee chiarissime sui limiti del giornalismo italiano, sulla tendenza dei politici e dei pubblicitari ad asservire l'informazione, sulla debolezza dei giovani precari, poco tutelati e meno liberi dei garantiti. E, sebbene il 30% ignori l'esistenza dell'Ordine, tutti gli altri lo ritengono essenziale per tutelare etica e deontologia. Anche la ministra la pensa così, aggiungendo però che non è sufficiente "la giustizia domestica" ma serve inserire nei Consigli di disciplina altre figure, oltre a quelle dei giornalisti. Molti di noi - come Michele Urbano - ritengono utile la figura di un Difensore del lettore con possibilità di iniziativa disciplinare. In tema di intercettazioni la ministra pensa a un "filtro" durante le indagini. "L'idea di base - dice  Paola Severino - è di assegnare al magistrato il compito di escludere le notizie che non sono rilevanti e non sono riconducibili alle indagini,  ma attengono esclusivamente alla sfera personale, anche in quelle fasi nelle quali il provvedimento viene consegnato alle parti". Nel contesto del Festival di Perugia ha suscitato molto interesse (e anche qualche osservazione critica) l'idea della ministra di "reprimere gli abusi" che riguardano i blogger, pur premettendo di non essere sfavorevole ai blog. "Il giornale - ha detto - ha una sua consistenza cartacea: il giornalista è individuabile, l'editore anche, e dunque è possibile intervenire. Il blog ha invece una diffusione assolutamente non controllata e non controllabile, è in grado di provocare danni estremamente più diffusi. Ecco perché bisogna vederne anche la parte oscura. E' un fenomeno certamente positivo per alcuni aspetti, ma nel quale si possono annidare anche cose negative (può essere un punto criminogeno). Questo mondo va regolamentato e, pur nella spontaneità che ne rappresenta la caratteristica, non può trasformarsi in arbitrio". C'è da prevedere che queste dichiarazioni creeranno un aspro dibattito, e non solo fra i blogger.
       
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