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Natale (Fnsi): “Non si baratta la libertà d’informazione con Ddl corruzione”


Roma, 1 giu. (TMNews) - “Il diritto-dovere di cronaca non può essere merce di scambio politico”. Lo afferma in una nota il presidente della Federazione Nazionale della stampa Italiana, Roberto Natale. “La Fnsi lo ricorda ancora una volta al ministro di Giustizia, Paola Severino, e alle forze che sostengono il governo Monti, dopo che la conferenza dei capigruppo della Camera ha deciso di mettere di nuovo in calendario il ddl intercettazioni. Il lavoro dei cronisti giudiziari - scrive Natale - dovrebbe dunque essere imbrigliato per ‘compensare’ le nuove norme sulla corruzione mal digerite da una parte della maggioranza. E’ semplicemente inaccettabile che il diritto dei cittadini a conoscere fatti di rilevanza pubblica debba essere piegato a questi calcoli parlamentari: tanto più in un momento nel quale è fortissima nell’opinione pubblica la richiesta di trasparenza della vita politica e istituzionale, anche in conseguenza degli scandali che continuano ad emergere. Una elementare valutazione di opportunità - conclude Natale - dovrebbe indurre governo e maggioranza a concentrare la loro azione su provvedimenti di ben altro segno. Insistere su questa strada avrà l’effetto di produrre una nuova mobilitazione anti-bavaglio, nella quale ancora una volta i giornalisti italiani saranno al fianco di tantissimi cittadini”. Non è tardata la risposta affidata alle agenzie da parte del ministro della giustizia, Paola Severino, che, in relazione alla legge sulle intercettazioni tornata in calendario alla Camera, ha commentato: “Non ho mai considerato il tema del diritto-dovere del giornalista di informare possibile merce di scambio con altri provvedimenti, sia pure importanti, in materia di giustizia”. E “rappresentare in modo non corretto le mie intenzioni non contribuisce alla risoluzione dei problemi la cui difficoltà dovrebbe essere nota a tutti. Questa può essere l’occasione buona per ricordare che furono tutti e tre i segretari dei principali partiti che sostengono la maggioranza a chiedere che tra i temi da trattare con priorità vi fossero la corruzione, le intercettazioni e la responsabilità civile dei magistrati. Il concetto del ‘do ut des’ non mi è mai appartenuto, a maggior ragione quando si tratta di rilevanti interessi della collettività. La strada che intendo intraprendere, come più volte ho avuto occasione di ripetere sia in Parlamento sia con i rappresentanti della categoria dei giornalisti, è quella della ricerca di un delicato equilibrio tra diritto-dovere di informazione, diritto-dovere al segreto delle indagini salvo che non vi sia un interesse pubblico alla divulgazione e tutela alla riservatezza del cittadino”.
       
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