Redazione
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Metro o ormai centimetro?
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La via Crucis di Metro, il primo quotidiano gratuito d'Italia, sembra non finire mai. Mario Farina, l'editore, dopo dieci anni da proprietario e un lungo periodo che definire difficile sarebbe un eufemismo, ha venduto le quote della NME ad una società con un socio unico e zero dipendenti. L'Alter Advert. I colleghi sono più che preoccupati, ma non demordono, assemblea dopo assemblea. E' che le han passate tutte. Taglio dei dipendenti e delle risorse, cassintegrazione, richieste inevase, come quella di consentire lo smart working o quella in extremis di costituirsi in cooperativa per rilevare la testata. Con un precedente che non prometteva bene: DNews. Anch'esso quotidiano freepress, anch'esso di proprietà di Mario Farina, da lui venduto e finito presto chiuso... La testata ora è tenuta viva online ed è un'amara scoperta constatare come in home page le tre "notizie più lette" del sito siano proprio i comunicati sindacali e l'innervosita risposta della nuova acquirente. Alter Advert infatti dichiara che non intende fornire "informazioni sensibili" ai colleghi proprio in forza del loro (disperato e legittimo) tentativo di offrirsi come acquirenti. E dunque giudicati "concorrenti"... Se un flebile spiraglio c'è, i colleghi si impegnano disperatamente a tenerlo aperto: "I giornalisti di Metro continueranno a praticare ogni strada possibile per garantire ad una ormai storica, gloriosa testata nazionale il futuro che essa merita". http://www.metronews.it/20/05/15/comunicato-sindacale.html http://www.metronews.it/20/05/20/la-risposta-delleditore.html http://www.metronews.it/20/05/20/comunicato-sindacale.html https://www.fnsi.it/metro-alter-advert-nuovo-proprietario-i-giornalisti-situazione-allarmante