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Lilia, quando il giornalismo ti salva la vita


DSC_0557-300x200Giornalista e disperata, giornalista e fuggiasca, giornalista e badante, giornalista e mater dolorosa, giornalista a cavallo di due identità nazionali. Comunque e ovunque Lilia resta sempre giornalista, perché questo nostro mestiere è una seconda pelle che non ti levi di dosso, una volta che hai capito che soltanto la parola spiega il mondo e aiuta a sopravvivergli. Lilia Bicec è moldava, ha un marito violento cui sfuggire e due figli ancora piccoli che i poveri compensi del lavoro non riescono a sfamare. Parte, da sola, per l'Italia dove per cinque anni fa la badante maltrattata, clandestina ed in nero, finché al compimento dei suoi 40 anni riesce a farsi raggiungere in Italia dal figli, Cristina e Stasi. Ma Stasi resta vittima d'un incidente automobilistico e Lilia deve trovare il modo per ricominciare a credere nella vita. La confortano Cristina e Luciano, l'amore italiano, ma a salvarla davvero è la scrittura. Negli anni della lontananza Lilia Bicec aveva scritto molte "lettere mai spedite" ai figli, raccontando ai bambini non solo di sé, dell'oggi, ma anche l'epica della famiglia d'origine. Ha insomma tessuto un fondale che consentisse loro di ambientare la propria esistenza. Parole nitide, appassionanti; raccolte e pubblicate da Einaudi in "Miei cari figli vi scrivo". Il terzo atto della vita di Lilia Bicec è iniziato con il suo ritorno al giornalismo. Forte di due diverse determinazioni, quella della terra d'origine e la tenacia bresciana, si è dapprima iscritta all'università e ha poi fondato e diretto una rivista bilingue e bimestrale "Moldbrixia", nel cui titolo significativamente la città leonessa d'Italia è chiamata col suo nome latino, dopo aver fondato l'omonima associazione culturale. Qui scava nelle storie di emigrazione che in fondo tutte si somigliano, illustra con orgoglio eventi e cultura del suo Paese "per non dimenticare", polemizza sui ritardi europei, informa sulle iniziative, ma descrive anche una ricetta moldava di verze. ...Che, se la si guarda bene, non è molto diversa dai polpet de verz della cucina invernale e contadina lombarda. Benvenuta collega. Lilia Bicec, Miei cari figli vi scrivo, Einaudi Torino 2013,180 pagine, 16.00 euro. Si segnala anche la recensione di Francesca Caminoli pubblicata il 7 gennaio su LM.
       
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