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La crisi colpisce anche le web Tv: -7% in un anno, ma più solide


(ANSA) - PERUGIA, 28 APR - Meno web tv ma più strutturate, e con un uso maggiormente consapevole dei nuovi strumenti, dai social network ai devices mobili. Lo stato della rete ‘dal basso’ in Italia è stato presentato al Festival del Giornalismo di Perugia con la ricerca annuale Netizen (internet e citizen), ideata e promossa dall’osservatorio e network Altratv.tv. Nel 2012 si sono registrate 1350 realtà, di cui 584 web tv e 766 media digitali. L’ultimo monitoraggio contava 642 web tv, e così la crisi ha bussato anche alle porte dei nuovi media, facendo registrare per la prima volta un segno negativo: -7% rispetto all’anno precedente (2011). “L’ecosistema digitale in Italia è sempre più strutturato, ma si registra una notevole battuta di arresto - afferma Giampaolo Colletti, fondatore di Altratv.tv -. C’é un consolidamento di posizioni dominanti, ovvero coloro che hanno investito negli anni stanno raccogliendo i frutti. Altri, invece, sono scalzati fuori. Nel complesso, però, la rete è dinamica e crescono le offerte multipiattaforma e la capacità di intercettare l’utente anche in mobilità, grazie a contenuti digitali su smartphone e tablet”. La ricerca, condotta intervistando 400 ‘antenne’ italiane, evidenzia che Lombardia (81), Puglia (74), Lazio (66) ed Emilia Romagna (50) sono le regioni con la maggiore distribuzione di web tv. Puglia (71), Lombardia (66), Campania, Lazio e Sicilia (65) quelle dove si registra il maggior numero di media digitali. La pubblica amministrazione conta 115 web tv, mentre quelle delle università sono 32. I piccoli player che resistono si strutturano maggiormente, si consorziano, tendono ad influire nell’agenda del territorio e ad intercettare community più coese e con investimenti più cospicui. Crescono le realtà con un target verticale (28%), rispetto a quelle di taglio generalista e territoriale (60%). E i pubblici sono la vera novità, più maturi che in passato: due su tre hanno sopra i 24 anni. Cresce l’intesa con la PA: ben il 40% registra riconoscimento e collaborazione (rispetto ad un 36% che denuncia indifferenza) e un 8% formule di finanziamento. Una antenna su due (precisamente il 52%) produce contenuti ottimizzati anche per una fruizione su dispositivi mobili e addirittura un 9% ha sviluppato una app con contenuti ‘freemium’, ovvero gratuiti e a pagamento.
       
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