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GIULIA, Alessandra, Elsa e le altre


Se il giornalismo dev’essere il cane da guardia dell’opinione pubblica, le giornaliste hanno un dovere in più, quello di informare, indagare e denunciare anche gli handicap e gli stereotipi che continuano a colpire le donne.  Così il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, quando ha deciso di dedicare quest’8 marzo all’obiettivo della conciliazione fra tempi di vita e di lavoro delle donne che vivono in Italia – italiane ed immigrate -, ha pensato a noi di Giulia, dando alla portavoce Alessandra Mancuso l’incarico di condurre la cerimonia della Giornata Internazionale delle Donne al Quirinale:dal proprio intervento a quelli della ministra del Lavoro e delle pari opportunità Elsa Fornero e del ministro dell’Istruzione università e ricerca Francesco Profumo, dalle testimonianze (il filmato, la collega precaria, il concorso nelle scuole) all’assegnazione delle onorificenze a vite e a studi che esemplarmente dimostrano “che ce la si può fare”.  Un 8 marzo davvero speciale per  GIULIA,  la rete delle Giornaliste Unite Libere e Autonome. Giulia ha appena compiuto sei mesi di vita, ma attraverso di lei il Quirinale ha inteso riconoscere e sottolineare l’importanza del  ruolo di cambiamento sociale svolto dal più ampio movimento delle donne.
A dare supporto dal pubblico - più che altro morale perché Alessandra è stata eccezionale - nel Salone dei Corazzieri (la cerimonia è stata trasmessa alle 11.30 in diretta su Rainews24) era presente anche una piccola delegazione di “Giulie”, che ha così potuto documentare l'evento. Qui di seguito le foto e il comunicato di GIULIA.
[nggallery id=7]   Comunicato stampa "Lavoro e Famiglia: conciliare si può": questo il tema che il Quirinale ha voluto mettere al centro della riflessione in occasione della celebrazione della Giornata internazionale della donna che si è svolta nella Sala dei Corazzieri. Importante, nel discorso del Capo dello Stato anche il richiamo alla "cruda realtà dei fatti che espone la donna alla furia omicida e violenta, segno di una visione proprietaria e distruttiva degli affetti". Un fenomeno sempre più preoccupante, denunciato dal movimento delle donne e oggetto di una campagna di GIULIA perché cambi il modo e il linguaggio con cui l'informazione ne parla. E proprio alla portavoce di Giulia, la rete delle Giornaliste Unite Libere Autonome, Alessandra Mancuso, è stato affidato l'incarico di condurre la cerimonia in Quirinale. Cerimonia che ha avuto un momento importante nella rappresentazione di uno stralcio del testo teatrale di Cristina Comencini, LIBERE, interpretato da Lunetta Savino e Isabella Ragonese. Un lavoro nato all'interno di un gruppo di donne e che ha poi portato alla grande manifestazione del 13 febbraio Se Non Ora Quando. A prendere la parola per prima è stata la Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero che ha indicato come prioritaria la revisione dei tempi di lavoro in un'ottica più favorevole alla famiglia. Riconsiderare l'equità tra i generi per quanto riguarda l'inclusione delle donne nel mondo del lavoro, ma anche condivisione dei ruoli tra donne e uomini all'interno della famiglia. Ribadendo, a questo proposito, la volontà di introdurre l'obbligatorietà dell'applicazione ai padri del congedo parentale. E poi, l'estensione anche alle società partecipate dell'obbligo di quote rosa nei consigli di amministrazione come già previsto per le società quotate. E ancora, l'impegno a a intervenire contro la pratica delle dimissioni in bianco, una battaglia che GiULiA sostiene fin dai suoi esordi nel più ampio movimento che mobilita le associazioni per il ripristino della legge 188. Particolarmente significativa è stata la testimonianza della collega Ilaria Ravarino, aderente alla rete GiULiA, giornalista precaria, che con il suo intervento ha dato voce a chi ogni giorno non riesce a progettare il proprio futuro, tanto meno una maternità, a causa delle instabili condizioni di lavoro. Del resto in Italia, "il tasso di occupazione femminile è pari al 46%, ovvero il più basso d'Europa, e le retribuzioni femminili sono del 20% al di sotto di quelle maschili" come ha sottolineato Francesco Profumo, ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, pur essendo le donne laurezte in numero maggiore e con voti più alti . "Finché l'Italia non capirà che famiglia e lavoro è una contaminazione positiva, non avverrà quella spinta in avanti di cui il Paese necessita". Come troppo poco spesso viene ricordato, infatti, quello della conciliazione e delle politiche di welfare non è solo un problema delle donne. La conclusione della cerimonia, come di rito affidata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha messo in evidenza come ancora troppe donne lasciano il lavoro dopo la maternità e come il precariato precluda la possibilità delle donne di lavorare ed essere madri in Italia. Con un ringraziamento rivolto a quanti aiutano i genitori nella gestione familiare: primi tra tutti i nonni e soprattutto le nonne.
       
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