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Giornalismo, pubblicità e posti di lavoro


Image-Line-Web-Marketing-NewsOggi Lsdi.it apre con una tesi di una studentessa di Padova, Barbara Zippo, sul "Linguaggio giornalistico". Zippo, allieva di Raffaele Fiengo nel corso di laurea in Comunicazione, ha scelto di laurearsi con lui su un argomento di stringente e, diciamo pure per noi giornalisti, di angosciosa attualità. Il titolo scelto da Pino Rea per darne notizia va dritto al cuore d'una questione molto calda: "Giornalismo e pubblicità. Il 'muro' è destinato a cadere?" . La tesi è costruita sull'analisi puntuale di molti esempi, esaminando le nuove notiziabilità (soprattutto lifestyle) sui quotidiani. Ci sono molte pagine dei "Tempi liberi" del Corriere della Sera, prima il sabato ed ora anche il venerdì, e di Repubblica Cult. L'ampio spazio dedicato finisce, di fatto, per coincidere col grande interesse di marketing e pubblicità su questi temi. E' un argomento al centro del dibattito del giornalismo più avvertito, in tutto il mondo. La vicenda del licenziamento di Jill Abramson al NyTimes ha a che fare proprio con questo "muro" contro il quale gli editori stanno andando all'attacco. Il prestigioso The Atlantic l'anno scorso aveva addirittura pubblicato un editoriale di Scientology suscitando un putiferio attorno all'idea stessa di advertorial. Avevano esagerato, cancellando i commenti negativi, ma poi avevano dovuto fare prontamente marcia indietro dopo un articolo di CJR, la rivista sul giornalismo della Columbia University. La tesi di Barbara Zippo è interessante anche perchè i suoi dati si sposano benissimo con quelli contenuti in un'altra ricerca - condotta sempre a Padova nel corso di laurea in Comunicazione - d'un paio di mesi fa in cui si dimostra, statistiche alla mano, che i laureati in Comunicazione trovano sempre più numerosi e sempre più spesso lavoro, come giornalisti, nelle aziende "normali" che nei media.
       
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