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Focus, cinismo editoriale
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Piena solidarietà ai colleghi di Focus e delle altre testate a rischio. Un colpo d'ascia per dimezzare 120 posti di lavoro e per cancellare due terzi delle riviste (8 su 13. Un attacco all'informazione di qualità che si costruisce con il tempo, le competenze e le verifiche. Agli editori interessa poco, ma dovranno ricredersi. La Gruner+Jahr/Mondadori è stata per moltissimi anni una macchina produttrice di soldi per i due azionisti, che hanno avuto lauti dividendi. Ora, dopo alcune scelte aziendali su cui molto si potrebbe discutere, i vertici aziendali scoprono la necessità di tagliare anziché re-investire in prodotti validi e utilizzare le intelligenze redazionali per elaborare nuovi progetti. E' un attacco alla qualità dell'informazione e alla professionalità giornalistica che va respinto. nuova Informazione è accanto a tutti i colleghi e agli altri lavoratori che oggi, dalle 11 alle 17, manifestano davanti al museo della Scienza e della Tecnica di via San Vittore contro il piano di crisi presentato dall'amministratore delegato della Gruner und Jahr/Mondadori. Questo il comunicato del Comitato di Redazione
COMUNICATO DEL CDR
Dopo anni di guadagni netti (ebit) di milioni e milioni di euro (il
2011 si è chiuso in positivo di 4 milioni) e con una previsione per il
2012 di andare per la prima volta in pari (ebit a 0) dal 1990, la
GRUNER+JAHR/MONDADORI (joint venture al 50% tra Mondadori e i tedeschi
di Gruner+Jahr - Gruppo Bertelsmann) ha presentato un piano di
ristrutturazione che prevede la chiusura di 8 riviste: Focus Extra,
Focus Domande e Risposte, Focus Brain Trainer, Wars, Biografie, Jack,
Geo e Focus Wild (quest'ultima, appena lanciata, avrebbe una perdita
presunta di soli 12 mila euro).
Il piano si traduce nel taglio di 60 posti di lavoro su 120: 36
giornalisti e 24 grafici editoriali.
Tutto questo accompagnato da una strategia di rilancio della casa
editrice, contenuta in una paginetta del piano di ristrutturazione
consegnato al CDR, basata essenzialmente su 3 vaghe linee guida:
rafforzare il marchio Focus, introdurre un nuovo sistema editoriale in
grado di produrre versioni multimediali delle riviste per i nativi
digitali e sviluppare la diversificazione dei nostri marchi. Ad
esempio, progetti di e-commerce che prevedono la vendita di cofanetti
per le neo mamme.
In sostanza, per finanziare questo "ambizioso" progetto si tagliano 60
posti di lavoro, dichiarando la chiusura di 8 riviste in modo tale da
impedire da subito qualsiasi possibilità di ricollocamento.
Secondo le prime valutazioni della Federazione Nazionale della Stampa,
si tratterebbe dello "squillo di tromba" per dare inizio a un
pesantissimo piano di ristrutturazioni che potrebbe riguardare altre
case editrici.
Noi giornalisti della G+J/Mondadori, in ogni caso, riteniamo questa
operazione inaccettabile, ingiusta e non motivata economicamente.
Nelle prossime settimane ci batteremo con ogni mezzo a nostra
disposizione per evitare questa macelleria sociale e invitiamo alla
mobilitazione gli altri giornalisti, i colleghi grafici editoriali, i
lettori e tutte la persone della società civile sensibili al futuro
dell'informazione.