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Facebook, class action (in California) contro la pubblicità


In California si è aperto un fronte legale relativo all'uso delle "preferenze" degli utenti per le aziende e per i prodotti sponsorizzati sul social network. La questione è delicata: le ads rappresentano il 90% delle revenue della creatura di Zuckerberg che ha chiuso i primi 9 mesi 2011 con ricavi per 2,5 miliardi di dollari e si prepara a archiviare l'anno in volata verso i 4 miliardi Per Facebook insomma c’è una notizia buona e una cattiva. Quella buona dice che il numero uno del social networking ha totalizzato 2,5 miliardi di dollari di ricavi e 1,2 miliardi in utile operativo nei primi nove mesi del 2011 (secondo quanto riporta Cnbc). Facebook si avvierebbe dunque a mettere a segno revenues per 3,8 miliardi di dollari nell’anno intero, anzi, per alcuni analisti potrebbe raggiungere anche i 4 miliardi. Comunque sia, il social network avrà probabilmente raddoppiato le entrate rispetto al 2010. La cattiva notizia è invece che per Facebook si prepara una grossa causa legale negli Stati Uniti, una di quelle che cercano di assumere il carattere di class action. Sotto accusa è il sistema che mostra ai contatti di una persona i prodotti e le aziende che a quella persona piacciono, tramite le “Sponsored stories” – una pratica con cui Facebook violerebbe una legge della California che stabilisce che le persone devono avere il controllo di come i propri nomi e le proprie foto sono utilizzate a scopi commerciali. Il gruppo di cittadini, utenti di Facebook, sostiene che permettere di mostrare prodotti e aziende che ci piacciono ai nostri amici viola il Right of Publicity Statute della California, che vieta l’utilizzo non-consensuale di nome, voce, firma, foto o preferenze di un’altra persona a scopi pubblicitari. Facebook replica di non ricadere nei casi previsti dalla legge, perché le sponsored ads sono assimilabili a delle “notizie” e come tali esenti dalla necessità di ottenere il consenso dell’interessato. Facebook ricava i suoi guadagni principalmente dalla vendita di pubblicità mirate che appaiono sulle pagine dei suoi iscritti. Tra queste ci sono anche le cosiddette sponsored ads, inserite nei profili di Facebook dallo scorso 25 gennaio. Queste pubblicità sponsorizzate sono annunci a pagamento in cui figurano il nome e la foto di un amico e in cui si dice che a quell’amico piace una data azienda o prodotto. Nella causa californiana, l’accusa sostiene che si tratti di un utilizzo non autorizzato del loro nome e delle loro preferenze e si chiede un compenso per comparire nelle sponsored ads. La causa è comunque alle fasi iniziali e presenta alcune questioni nuove per la giurisprudenza americana e non.
       
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