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Ex fissa, la giustizia non premia chi scavalca la fila.


Tredici a zero, per ora. Un gruppo di colleghi romani e poi altri alla spicciolata, anche da Milano, avevano fatto partire delle ingiunzioni di pagamento contro l'Inpgi perchè versasse tutta e subito l'ex fissa. L'Inpgi è soltanto la mera gestrice di quel fondo/contenitore di quote versate dagli editori nella percentuale dell'1,5 delle retribuzioni, ma gli avvocati, due romani ed un milanese, si dicevano convinti di poter dimostrare il contrario. Una piccola indagine ci dice che sinora a Roma sono stati depositati 54 decreti esecutivi. Di cui 50 provenienti da Roma, uno da Milano, uno da Lodi e due da Napoli. Più sette "preannunciati" da uno studio milanese. In verità l'esecutività era stata concessa soltanto a pochi. Tuttavia il fatto che i primi due ch'erano riusciti ad andati in udienza avessero poi vinto aveva ringalluzzito molti. Peccato, per loro, che poi entrambi avessero perso nel merito. In questi casi le somme indebitamente percepite vanno restituite tramite trattenute sulla pensione. Le altre undici cause di merito sono andate in udienza il 23 marzo. E di nuovo tutti i ricorrenti hanno perso. Col che fa, appunto, tredici a zero. Gli avvocati fondavano la speranza di riuscire a far "saltare la fila" ai propri clienti su di un precedente che aveva fatto scalpore a suo tempo, perchè riguardava il fondatore di Repubblica. Era infatti la fine degli anni Novanta quando Eugenio Scalfari, andando/mandandosi in pensione, fece causa all'Inpgi per avere (e l'ebbe) subito la liquidazione, scavalcando colleghi già in coda che così videro ulteriormente allungarsi i tempi d'attesa...
       
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