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D'Alema minaccia un collega (non è un pesce d'aprile)


Massimo D'Alema, che ha diretto l'Unità dal 1988 al 1990, nel segno d'una carriera "giornalistica" che dire lampo è poco (lo soprannominavano, correggetemi se sbaglio, "il praticante direttore"), da allora ha goduto di contributi figurativi (nella fattispecie dell'Inpgi) come tutti i lavoratori eletti al Parlamento. Due anni di contributi "suoi", venticinque di contributi "nostri". Anno più anno meno. Ciò detto, leggetevi pure la dichiarazione in allegato, del presidente Fnsi contro un D'Alema che minaccia di querela un giornalista. Tra colleghi, cioè. Poi Massimino ha ribadito in interviste la sua indignazione contro la pubblicizzazione di intercettazioni ininfluenti. Sacrosanto. Non ricordo però sue prese di posizione in difesa di poveri cristi frullati nonostante non c'entrassero nulla. Come dicevano i contadini nella storiella del ponte: speriamo che caschi giù qualcuno d'importante così l'aggiustano... Marina COMUNICATO del presidente Fnsi Santo Della Volpe: Il giornalista, politico, Massimo D’Alema sbaglia a minacciare querele a cronista per una domanda Il collega giornalista Massimo D’Alema dovrebbe ricordarsi - ha affermato Santo Della Volpe presidente della Fnsi - che le domande dei giornalisti, in un paese libero, sono sempre legittime. Possono piacere o non piacere, essere considerate improprie o inopportune, persino sbagliate (a suo giudizio), ma devono essere sempre libere. Né, tanto meno, possono essere considerate passibili di querele: è altamente inopportuno, invece, che un uomo politico ed impegnato come l’On.D’Alema, già presidente del Consiglio, possa minacciare di querele un cronista che gli ha posto una semplice domanda in occasione di un pubblico incontro con la stampa. Vogliamo ricordare al collega giornalista D’Alema i diritti e doveri dei cronisti: tra i quali c’è quello di porre domande talvolta scomode, nell’interesse, comunque, dell’opinione pubblica. Domande come quella che gli è stata posta da un giornalista a Bari ed alla quale, per altro, aveva anche risposto. Sarebbe meglio ricordarsi - ha concluso Della Volpe - sempre dei limiti, non solo dei giornalisti, ma anche degli uomini politici, quando sono a conferenze stampa, per quanto improvvisate. Tanto più se l’intervistato è, sia un importante uomo politico, sia un giornalista professionista.
       
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