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CNLG 4 il fondo straordinario per l'editoria
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Con la legge di stabilità 2014 è stato costituito un fondo straordinario di centoventi milioni di euro per gli anni 2014/2016, finalizzato a sostenere le imprese in crisi, l'occupazione e l'innovazione. Da allora stiamo aspettando un decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri che allochi le risorse e detti le regole. Anche questo elemento, non da poco, ha condizionato la trattativa contrattuale. Anche in questo caso, come per la delibera sull'equo compenso, la pressione è stata esercitata su FNSI e FIEG da un governo che intimava un accordo minacciando in caso contrario di agire unilateralmente. Le ultime indicazioni erano: nel '14 ci saranno 47 milioni di euro, di cui 27 per i prepensionamenti, 2 per CIGS e contratti di solidarietà, 11 per sostenere le assunzioni e il resto come garanzia per finanziamenti per l'innovazione e le start up. Il decreto ancora non c'è, abbiamo delle linee guida contenute nel protocollo firmato da Lotti, Siddi, Anselmi e Camporese (www.fnsi.it/Download/ProtocolloIntesa_Governo_Fieg_Fnsi_Inpgi_25_06_14.pdf) e una descrizione delle misure proveniente da dichiarazioni e interviste. Su quel che dovrebbe contenere il decreto i punti oscuri sono tanti. Come mai solo due milioni per gli ammortizzatori sociali, dopo aver detto che il governo ci avrebbe messo tanto quanto le aziende, cioè tre o quattro volte tanto? Come mai sette milioni e più per una innovazione che nessuna azienda sa come fare? Come si fa a obbligare un'azienda a assumere attraverso un decreto, quando anche una legge che si ponesse questo obiettivo rischia l'immediata impugnazione per incostituzionalità? Si può obbligare un'azienda a assumere come precondizione per la concessione ai suoi dipendenti di una agevolazione ai lavoratori quale è il prepensionamento? Come si fa, in una Repubblica fondata sul lavoro, a impedire a un cittadino di lavorare solo perché pensionato o prepensionato? Con che base normativa si vieterebbero i bonus ai manager in aziende private? E se poi vengono erogati sotto altra forma, magari di patto di non concorrenza o incarico sine cura remunerato? Come si fa a revocare un decreto che riconosce uno stato di crisi senza creare degli esodati? Se i soldi per i prepensionamenti vengono stanziati per le aziende in attesa a patto che si riscrivano gli accordi per garantire le assunzioni, che garanzie ci sono che non venga ampliato il numero degli esuberi o che le aziende pongano condizioni ulteriori? Al momento queste e altre domande restano senza risposta, e all'ordine del giorno del Consiglio dei Ministri di domani il decreto non c'è. Magari arriva all'ultimo minuto. Guido