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Cina: blogger arrestato per diffusione di notizie false


(AGI) Un uomo di 62 anni di nome Xiang Nanfu e’ stato arrestato in Cina con l’accusa di avere pubblicato ‘false notizie’ sul sito web basato negli Stati Uniti, Boxun, spesso critico con il sistema politico cinese, ma altalenante nell’affidabilita’ delle notizie, in diversi casi fondate su fonti anonime o non identificate. Secondo quanto scrive la polizia di Pechino sul suo sito web, le notizie pubblicate dall’uomo, che si cela dietro lo pseudonimo di ‘Feixiang’, “hanno seriamente danneggiato l’immagine dello Stato” e “hanno avuto una pessima influenza” per l’immagine del Paese. L’uomo si trova in stato di detenzione dal 3 maggio e avrebbe confessato i suoi reati dimostrandosi pentito, secondo quanto scritto oggi dall’agenzia Xinhua. La sua attivita’ per Boxun sarebbe iniziata nel 2004, dopo la demolizione della sua casa, ma si sarebbe intensificata solo a partire dal 2009. In cambio delle notizie false, l’uomo avrebbe ricevuto pagamenti in denaro da parte di un uomo di nome Wei, di Boxun. Tra le informazioni false diffuse dall’uomo ci sono quelle secondo cui “il governo cinese ha prelevato organi da uomini in vita e seppellito vivi altri” – accusa smentita dallo stesso sito internet in un comunicato – oltre ad altre storie ritenute false dalle autorita’ cinesi di espropri forzati delle terre, uno dei quali si sarebbe concluso con la morte di una donna incinta per le percosse ricevute dalle forze dell’ordine. Gli espropri forzati da parte delle amministrazioni locali sono stati tra le maggiori cause di protesta popolare negli ultimi anni in Cina, con numerosi casi di petitioner – o postulanti – che si sono recati nella capitale cinese nel tentativo di ottenere il sostegno delle autorita’ centrali contro gli abusi delle amministrazioni locali. Dal settembre scorso in Cina e’ in vigore una legge contro i rumors su internet che prevede una pena fino a tre anni di carcere per chiunque diffonda notizie non verificate su siti web o tramite i social media. La pena scatta nel momento in cui i rumors vengano ripostati almeno cinquecento volte o vengano visualizzati da almeno cinquemila utenti. Il mese scorso si era tenuto il primo processo per diffusione di rumors on line nei confronti di un blogger cinese, conclusosi con la condanna a tre anni di carcere per l’imputato. Qin Zhihui, noto nella rete con lo pseudonimo di Qinhuohuo, e’ stato ritenuto colpevole di diffamazione per le voci diffuse su alcuni scandali, tra cui quello delle maxi-tangenti nel sistema ferroviario cinese, chiamando in causa direttamente lo stesso ex ministro delle Ferrovie, Liu Zhijun, condannato lo scorso anno all’ergastolo per corruzione e abuso di potere. (AGI, 13 maggio 2014)
       
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