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Chi lo fa lo è. Una vecchia, buona regola sindacale


di Saverio Paffumi gabbiaFinalmente anche l'Ordine riconosce i diritti di chi lavora. Forse in pochi lo ricordano, ma da più di 15 anni i giornalisti, nel sindacato, si dividono in "Professionali" e "Collaboratori". Quando fu approvata la modifica dello Statuto, adottando la nuova denominazione (e auspicando che l'Ordine facesse altrettanto) la motivazione era chiara: superare le gabbie di una legge importante, ma vecchia, che divideva la categoria in due elenchi concettualmente obsoleti. Rileggiamo insieme dall'art. 2 dello statuto della Federazione: "Devono essere iscritti nell'elenco dei "giornalisti professionali" quanti svolgono o, anche se temporaneamente disoccupati, abbiano titolo per svolgere - o, se pensionati, hanno svolto - la professione giornalistica sulla base di rapporti di lavoro dipendente o autonomo come attività continuativa, esclusiva o prevalente anche con soggetti diversi. (...) Devono essere iscritti nell'elenco dei "giornalisti collaboratori" quanti svolgono attività giornalistica in modo saltuario o comunque non prevalente, anche se iscritti ad un Ordine, Collegio o Associazioni professionali di cui al comma precedente". Finalmente l'Ordine si avvicina al concetto riformatore stabilito ben tre lustri fa dal sindacato e qualcuno solleva tutto questo polverone? A che scopo? Addirittura nello Statuto della FNSI vengono definiti "Professionali" quelli che lavorano "prevalentemente" nel giornalismo. Mentre nel regolamento approvato dall'Ordine si parla di esclusività dell'esercizio della professione. Al punto che io ho dei dubbi in questo senso: che le maglie cioè siano troppo strette e che sia fatta giustizia per pochi. Come abbiamo già avuto modo di far notare, fra i contrari al "ricongiungimento" ci sono la componente di Quarto Potere e il Capss, il coordinamento delle piccole associazioni di stampa. Enrico Ferri, sindaco dell'INPGI e autorevole esponente del Capss, oltre che sindacalista di vecchia data, fa notare che "al congresso di Bergamo lo statuto è stato modificato. E il direttore aveva poi emanato una circolare molto precisa dalla quale si evince chiaramente cosa si intende per "prevalente", tra i requisiti ad esempio è inserito anche il livello di reddito da lavoro". Segue la lunga circolare del direttore. Bene. Come volevasi dimostrare. Nel testo del direttore Tartaglia è ribadito lo spirito che è alla base del provvedimento nei giorni scorsi approvato dall'Ordine: determinati pubblicisti sono a tutti gli effetti professionali! Ecco quali "famiglie" di pubblicisti sono professionali secondo questa circolare che spero - ma dovremmo verificare - sia applicata anche in ALG: 3. i pubblicisti, che hanno in corso un rapporto di lavoro subordinato ai sensi dei contratti nazionali di categoria sottoscritti dalla FnSi e, quindi, tutti i pubblicisti, che ai sensi del contratto collettivo Fieg-Fnsi ricoprano le seguenti qualifiche: art. 2 (collaboratori fissi), art. 12 corrispondenti), art. 36 (pubbliCisti a tempo pieno e pubblicisti nelle redazioni decentrate); tutti i pubblicisti, che ai senSi del contratto Aeranti corallo, ricoprano le qualifiche di teleradiogiornalista nonché di coordinatore e vice coordinatore; tutti i pubblicisti, che ai sensi dell'accordo uspi-Fnsi, ricoprano le qualifiche di collaboratore redazionale o di pubblicista con orariO di lavoro; 4. i pubblicisti che hanno svolto negli ultimi due anni lavoro giornalistico esclusivo o prevalente in regime di autonomia (freelance e co.co.co.) e il cui reddito annuo per tale attività sia stato almeno pari a quello attualmente previsto per il part-time a 18 ore nelle redazioni decentrate. Si ricorda che il predetto reddito annuo è stato nel 2009 pari a t: 13.447,53 e nel 2010 pari a t: 14.140,48 ( come da nostra Circolare del 12 luglio 2010); 5. i pubblicisti pensionati con pensione Inpgi, che autocertificano di aver svolto attività giornalistica retribuita quale attività esclusiVa o prevalente sotto il profilo del reddito con indicazione dei committenti e documentazione che il reddito prodotto nei due anni precedenti al pensionamento non è stato inferiore a quello previsto dal contratto Fieg-Fnsi per il redattore con meno di 30 mesi di anzianità professionale. Cari Enrico Ferri e Quarto Potere : dov'è allora lo scandalo? Nella soglia del reddito minimo? Tanto per cominciare qui è già più basso rispetto al reddito parametrato sul praticante ex art. 1, spesso sbandierato come limite irriducibile. Secondo me il reddito indicato nella circolare è comunque troppo alto, per i motivi di cui alla fortunata favola dei muratori di Bengodi... ma mi pare un tema su cui si possa discutere serenamente, segnando come un indubbio progresso il fatto che finalmente anche l'Ordine abbia intrapreso la strada su cui il sindacato si muove da anni. Ricordo che del reddito si discuterà nella consulta dei presidenti degli Ordini regionali e sarà oggetto di un regolamento attuativo. Salvo che il polverone sollevato non induca qualcuno a rimandare il tutto o a imporre una soglia di reddito inarrivabile. Il che sarebbe una vergognosa presa in giro per chi i problemi non li vive a tavolino, ma sulla propria pelle. Non sarò certo lì ad applaudire... e mi auguro che i presidenti degli ordini regionali, superato lo sconcerto di una scarsa comunicazione regionali -nazionale, sappiano distinguere il grano dal loglio, l'acqua sporca dal bambino.
       
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