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Caro Carlo Verna


Lettera aperta la Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti.
Caro Carlo,
come molti ho accolto con estrema soddisfazione la definizione dei recenti principi deontologici sull’informazione medico scientifica.
In base a quei principi ti rivolgo un appello: richiama la categoria a un comportamento corretto.
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Sulla materia dei vaccini stiamo toccando il fondo.
I dati ISTAT ci dicono che in Italia, prima della pandemia, e quindi escludendo il Covid 19 dalle cause, muoiono circa 1750 persone ogni giorno. Una stima ragionevole ci dice che oggi moriranno circa trecento italiani per il covid19 e circa 1700 per altre cause. Di questi 1700 almeno 150 sono tra i “vaccinati”. Moriranno di patologie cardiocircolatorie, tumori, malattie infettive e via enumerando. Non moriranno per essersi vaccinati. La campagna terroristica sul vaccino Astra-Zeneca sta facendo dei danni incalcolabili, si rischia di rallentare la campagna vaccinale e allargare le fila dei no-vax e complottasti, con conseguenze anche gravi per l’intero Paese.
Ricordiamoci, ricorda alla categoria, che abbiamo una responsabilità immensa di fronte alla facile propagazione delle fake news.
Colgo l’occasione per ricordarti che un giornalista dovrebbe conoscere l’aritmetica, e non parlare quindi di partite di “55 mila milioni di dosi”. E dovrebbe ricordarsi di leggere un dizionario prima di usare parole in libertà come sinonimi: un vaccino è un vaccino, se devi ripetere la parola la ripeti, usare “siero”, “antidoto” o “terapia” è un errore, grave, che crea solo confusione e permette di moltiplicarla.
Per me i vaccini e i numeri sono, professionalmente, quello che per altri può essere la pallanuoto o la cronaca parlamentare. E non voglio vergognarmi di essere un giornalista ogni volta che leggo un titolo o seguo un notiziario.
Guido Besana
       
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