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Andy Rocchelli, il dovere di resistere
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"Se non ci si oppone si viene meno ad un dovere, anche se l'impunità è l'esito sistemico di queste vicende", dice amarissima Elisa, madre di Andy Rocchelli, fotoreporter di guerra, assassinato sei anni e mezzo fa in Ucraina assieme ad Andrej Mironov. Eppure lei non demorde, come non demorde Rino, il padre e come non demordono i colleghi: lo ha appena ripetuto stamane il presidente Fnsi Beppe Giulietti nella conferenza stampa milanese, aperta in Lombarda (Alg) dal suo presidente Paolo Perucchini. E lo conferma Riccardo Sorrentino, neo presidente dell'Odg lombardo, che sottolinea come Andy fosse invisibile agli occhi dell'Ordine: Andy e molti altri, invisibili eppur colleghi. Proporrò - promette - di concedere la tessera di professionista alla memoria. E non solo a lui. Sì, replica il padre Rino Rocchelli. E dopo aver ricordato con parole piane il figlio trentenne ucciso a colpi di mortaio assieme al collega-interprete Mironov, sottolinea: "Abbiamo la verità, ma non ancora la giustizia". Quindi spende eguali parole di dolore per Andrej Mironov "al quale, ricordiamo, fu staccata la testa" e che merita, tanto quanto il suo Andrea, la tessera postuma di giornalista. Tuttavia questa che abbiamo è una verità incompleta perchè se la Corte d'assise d'appello di Milano un anno fa assolse Vitaly Markiv, già condannato in primo grado a Pavia, fu perchè in quel pur accertato attacco deliberato tuttavia ne risultava indimostrabile la diretta responsabilità. E cioè che fosse stato proprio lui, Mironov, pur presente in cima alla collina accanto al mortaio, a dare l'ordine di sparare in quel preciso momento e in quella precisa direzione... Ora si guarda al prossimo appuntamento: "A nome della Fnsi e d'intesa con la famiglia - ha sottolineato l'avvocata Alessandra Ballerini - il giorno 9 sarò in Cassazione e subito dopo consegneremo ai Ministeri la sentenza. Chiedendo di fare per Andy almeno un centesimo di quanto fatto dallo Stato ucraino per Markiv, con dichiarazioni, siti, presenza del ministro ucraino in aula...". Sì, conferma Elisa, la madre: " L'autorità ucraina è stata negligente nel rispondere ma forte nel suo impegno autoassolutorio, investendo dei soldi in una narrazione patriottica... Andy è stato ucciso in una guerra asimmetrica, in cui da un lato c'era lo stato ucraino impegnato ad autoassolversi, dall'altro noi che abbiamo avuto accanto la Fnsi e i colleghi e una magistratura di grande qualità, ma non il nostro stato. Eppure l'uccisione di Andy non è una questione privata". Appuntamento al 9 dicembre, dunque.