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AgCom: audience in calo per le tv generaliste, crescono (+27%) le tv tematiche, ma i ricavi sono monopolio dei tre player: Mediaset (39%), Rai (30,9%) e Sky Italia (29,3%). Internet penalizzato


E’ stata resa pubblica la relazione di bilancio della’AgCom (l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni). Dalla presentazione dei dati emerge che il panorama televisivo italiano è ormai multicanale e riguardo all’audience viene rilevato che calano gli ascolti della tv generaliste mentre crescono quelli delle televisioni tematiche, ma con una netta prevalenza, ancora, dei tre grandi gruppi che si distribuiscono i ricavi del comparto: Rai (30,9%), Mediaset (39%) e Sky Italia (29,3%). Corrado Calabrò, presidente dell'AGCOM, commentando lo scenario relativo al periodo 2005/2012, parla di lenta mutazione che conserva però alcuni caratteri del passato. Gli ascolti delle reti generaliste erano l’85% nel 2005, calate a circa il 73% un anno fa, ma permane fondamentalmente la tripartizione dei ricavi tra Rai, Mediaset e  Sky Italia, che, subentrato nel 2009, è riuscito a scalzare il duopolio. Cresce invece del 27% l'audience delle tv tematiche, che si rivelano le protagoniste del panorama attuale, molto più diversificato che in passato, sia grazie alla crescita dell'offerta di canali pubblici che a pagamento. “Il panorama é destinato a un’ulteriore evoluzione in virtù dell’utilizzazione del dividendo digitale che avverrà con l’asta che sostituirà il beauty contest, la quale ridefinirà lo spettro in coerenza con la redistribuzione delle frequenze e la razionalizzazione del loro uso prefigurate nella Conferenza di Ginevra del febbraio scorso”, spiega Calabrò, che rinnova il suo impegno rivolto al miglioramento della qualità dei programmi, asset fondamentale per i gruppi televisivi, che operano nel nuovo mercato digitale. Calabrò ha osservato, infine, che lo sviluppo di Internet in Italia è penalizzato dal fatto che la TV domina ancora tra i mezzi di informazione, non solo in termini numerici, ma anche come influenza sull’opinione pubblica. Il web è dipinto come fanalino di coda dell'universo mediatico, e appare ancora lontano dall'essere valorizzato in tutto il suo potenziale.
       
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