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Accordo Apple-Agenzia delle entrate: 318 milioni di euro all’Erario italiano per sanare un’evasione fiscale di 880 milioni. Ora tocca a Google e Amazon


Intesa raggiunta tra Apple e il fisco italiano per il pagamento di una somma pari a 318 milioni per sanare un evasione fiscale di circa 880 milioni di euro. Come riferisce Askanews, dopo mesi di trattativa, Apple Italia ha trovato un accordo con l’Agenzia delle entrate per chiudere il proprio contenzioso tributario con il fisco. La notizia, spiega Askanews, è stata pubblicata oggi su “La Repubblica” e ha trovato conferma in ambienti giudiziari milanesi dove si parla di “risultato importante” soprattutto perché è la prima volta nel mondo che il colosso di Cupertino risolve un contenzioso fiscale con l’erario di uno dei paesi in cui opera: l’accordo trovato con il fisco italiano e il conseguente maxi risarcimento potrebbero insomma rappresentare un “modello” da esportare anche in altri Paesi dell’Unione Europea dove Apple ha altre pendenze fiscali analoghe. La speranza nel medio termine, spiegano ancora fonti della Procura, è che Bruxelles attui quell’omologazione del trattamento fiscale tra i Paesi Ue necessaria soprattutto per eliminare il cosiddetto fenomeno dell’esterovestizione all’interno della stessa Unione Europea. Come scrive l’edizione online del Corriere della Sera, la notizia è stata confermata da un portavoce dell’Agenzia delle entrate. L’azienda di Cupertino, riassume il Corriere, è accusata di aver venduto in Italia attraverso una società di facciata, e aver fatturato in Irlanda, con la Apple sales international, per usufruire degli sconti fiscali: l’Agenzia delle entrate le aveva contestato 880 milioni di Ires non pagata. Secondo i magistrati titolari del fascicolo, il procuratore aggiunto Francesco Greco e il pm Adriano Scudieri, precisa Askanews, i redditi realizzati da Apple attraverso l’attività commerciale svolta in Italia sarebbero stati volutamente “sottoposti a tassazione in Irlanda con applicazione di un’aliquota favorevole, compresa tra lo 0,06% e lo 0,05%, rispetto a quella italiana pari al 27,50%”. L’accordo prevede anche l’adozione di una procedura di ruling internazionale, valida nel quinquennio compreso tra il 2016 e il 2020, che servirà a quantificare con esattezza quale percentuale, in rapporto agli utili realizzati in Italia, Apple dovrà versare al fisco italiano e quanto invece sarà pagato in Irlanda. La trattativa tra il pool di legali di Apple e i funzionari dell’Agenzia delle Entrate dovrebbe chiudersi nei prossimi mesi. L’inchiesta milanese chiusa nel marzo scorso, ricorda Askanews, vede indagati l’amministratore delegato di Apple Italia, Enzo Biagini, il direttore finanziario Mauro Cardaio. L’accusa e’ omessa dichiarazione dei redditi e riguarda 879 milioni di mancato pagamento Ires nel quinquennio compreso tra il 2008 e il 2013. Sotto indagine anche Michael Thomas O’Sullivan, manager della Apple Sales International, società di diritto irlandese dove, stando all’accusa, sarebbero stati contabilizzati i profitti realizzati da Apple in Italia. Dopo Apple, secondo Repubblica, potrebbe toccare a Google e Amazon fare i conti con il fisco italiano: con Google, scrive Repubblica, le parti sarebbero ancora distanti sulla somma finale da versare, in un’altra inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco e affidata questa volta al pubblico ministero Isidoro Palma. Mentre per quanto riguarda il colosso dell’ecommerce sarebbe arrivato da poco in procura un report delle Entrate al momento a carico di ignoti e senza ipotesi di reato. Infine, ricorda il Corriere, il ceo di Apple Tim Cook, criticato anche negli Stati Uniti per aver evaso 9 miliardi di dollari di tasse negli Usa nel 2012 con i miliardi di liquidità parcheggiati offshore, proprio qualche giorno fa ha difeso l’azienda di Cupertino: “siamo l’azienda che paga di più in questo paese di chiunque altro”, ha sottolineato Cook, criticando il fisco americano come obsoleto, ”è stato creato per l’era industriale, non per quella digitale”.
       
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