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A Palermo la giornata in memoria dei giornalisti vittime della mafia e del terrorismo


(AGI) - Palermo, 3 mag. - “La ricerca della verità e l’informazione libera hanno un costo altissimo, che molti grandi professionisti hanno pagato con un tributo di sangue. Credo sia dovere delle istituzioni ricordarli per sostenere l’importanza dell’informazione imparziale e per affiancare chi con coraggio svolge il proprio ruolo di cronista senza vendersi a nessun padrone”. Lo afferma il presidente dell’Ars Francesco Cascio, intervenuto nella sede del Parlamemto siciliano alla Giornata della memoria dei giornalisti uccisi dalle mafie e dal terrorismo, organizzata dall’Unione nazionale cronisti.L’iniziativa è giunta alla quinta edizione e dopo l’esordio nel 2008 al Quirinale si era svolta a Milano, Genova, Napoli. “Il mio pensiero affettuoso - ha detto ancora Cascio - oggi va a tutti i giornalisti che hanno perso la vita in modo violento e barbaro: dalle aggressioni della mafia, a quelle del terrorismo, alle guerre, che hanno attraversato la storia passata e recente, ad oggi infatti, sono oltre 1800 i cronisti uccisi. Ad Arlington, in Virginia, c’è un muro di vetro di 7 metri circa che ricorda i loro nomi”. Alla manifestazione sono intervenuti familiari dei cronisti uccisi, tra i quali Elena Fava, figlia di Giuseppe Fava assassinato a Catania il 5 gennaio dell’84, Alberto Spampinato, fratello di Giovanni, ucciso a Ragusa nel ‘72, Sonia Alfano, eurodeputato e figlia di Beppe Alfano, ammazzato a Barcellona Pozzo di Gotto l’8 gennaio ‘93, Franca De Mauro, figlia di Mauro de Mauro, sequestrato a Palermo il 16 settembre 1970 e mai ritrovato. Messaggi di saluto sono pervenuti dai presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani. Tra i partecipanti, i vertici regionali della Polizia e della Guardia di finanza, il segretario nazionale dell’ordine dei giornalisti Giancarlo Ghirla, il presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti Riccardo Arena, il prefetto di Palermo, Umberto Postiglione, Maria Falcone, presidente della Fondazione Giovanni e Francesca Falcone che insieme all’Unci realizzerà a Ciaculli un museo antimafia. “Siamo una famiglia e vogliamo tutti la stessa cosa - ha detto Maria Falcone - che i giornalisti uccisi non vengano dimenticati e la libertà di stampa non venga imbavagliata”.
       
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