Redazione
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A ciascuno il suo 8 settembre
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Mentre domenica Milano ricorda i valori e gli episodi della Resistenza con parole e musica al Sacrario (loggia dei Mercanti, di fronte al Duomo), sulla Lombardia incombe la minaccia di un raduno di neonazisti provenienti da tutta Europa. Come ricorda la collega Paola Manzoni di Rollingstone Magazine, citando le parole di suo padre partigiano, la risposta è una sola: resistere. Ieri come oggi. di Paola Manzoni Li chiamavano ribelli. Perché avevano deciso di combattere (e ad armi certo non pari) il regime fascista di Mussolini e la dominazione nazista nella nostra Italia. Di ribellarsi, appunto, con una lotta clandestina alla quale partecipavano uomini e donne (sì, pure tante donne) di ogni estrazione sociale ed età, ma tra cui molti giovanissimi, tutti comunque decisi a mettere la loro vita nelle mani di quella che ritenevano l’unica causa possibile: liberare l’Italia. Succedeva 70 anni fa, l’8 settembre 1943, all’indomani della firma dell’armistizio da parte del governo Badoglio. Lì nacque ufficialmente la Resistenza contro il nazifascismo, che avrebbe portato, con l’aiuto delle forze alleate, e a costo di enormi sacrifici e perdite, alla liberazione dell’Italia, il 25 aprile 1945. C’è bisogno di questo bigino di storia italiana? Sì, c’è bisogno. Perché troppo spesso dimentichiamo da dove veniamo. Guardate qui la spiegazione sull’8 settembre dello storico Claudio Pavone (ex partigiano): http://youtu.be/aWYXnkZmxJw Per rendere omaggio e tenere vive queste nostre origini, domenica 8 settembre a Milano sarà una giornata di festa vera: Musica e parole per ricordare l’8 settembre 1943 – A settant’anni dall’inizio della Resistenza contro il nazifascismo (organizzata dall’ANPI Provinciale di Milano in collaborazione con l’Associazione Culturale Secondo Maggio, con il patrocinio del Comune di Milano e con l’adesione della Camera del Lavoro Metropolitana di Milano). Sotto la Loggia dei Mercanti, dalle 10,30 fino a pomeriggio inoltrato, si susseguono dibattiti, letture e performance musicali. Ascoltate Poveri Partigiani di Ascanio Celestini: http://youtu.be/EUnD9ewUh1M Per spiegare ancora meglio cosa ha rappresentato quell’8 settembre di 70 anni fa, mi affido alle parole di uno di quei ribelli, allora 18enne, tratte dal libro Partigiani nel Verbano: “Tra il 25 luglio e l’8 settembre si era sviluppata in fabbrica (la milanese Safar sfollata, come l’autore, sul Lago Maggiore, ndr) una certa attività sindacale, pur con le limitazioni imposte dal governo Badoglio e dalla guerra; dai miei colleghi più anziani e politicamente più preparati, anche se pochi, avevo imparato le ragioni economiche che avevano dato origine al fascismo e la convenienza che i grossi papaveri dell’economia avevano avuto a sostenerlo. (…) Quando il governo Badoglio annunciò l’armistizio ci fu una grande esplosione di entusiasmo popolare: quella guerra non era stata né voluta né sentita, aveva causato tanti danni morali e materiali, e soprattutto immensi e inutili sacrifici umani. Come ogni guerra, ingrassava solo chi produceva materiale bellico e i trafficanti. Quante cose mi avevano insegnato gli avvenimenti, i dolori, le privazioni. Ora riuscivo a capire il senso di quello che succedeva, e provavo il desiderio di partecipare attivamente al tentativo di cambiare una situazione insopportabile. Cominciavo a sentire dire che in diverse località si combatteva, si resisteva ai tedeschi. Dopo l’inqualificabile abbandono del nostro esercito da parte del re e di Badoglio che, scappando senza dare precise disposizioni, ne avevano causato la disgregazione nel giro di poche ore, i primi giovani sbandati erano saliti in montagna alimentando subito un nuovo tipo di guerra, volontaria questa. Anch’io, quando seppi che un gruppo armato operava sui monti della valle Intrasca, alle spalle di Intra, decisi di raggiungerlo. (…)”. Quel ribelle si chiamava Mario Manzoni. Ed era mio padre. Il libro, che scrisse nel 1975, chiude in questo modo: “(…) Ciò cui non abbiamo rinunciato invece è la volontà che nel nostro Paese si realizzino giustizia sociale e progresso, che il fascismo sconfitto con le armi non riproduca più il suo cancro dentro la nostra repubblica fondata sui lavoratori”. Fosse così. Mentre ci si prepara a rendere giusto omaggio all’8 settembre, si fanno sempre più insistenti le voci di un raduno internazionale di gruppi e partiti neofascisti e neonazisti, dal 12 al 14 settembre, in una località dell’area nord milanese, come si legge dal comunicato diffuso dall’ANPI, “promosso da Forza Nuova al quale parteciperanno formazioni che si caratterizzano per la loro carica antisemita, xenofoba e razzista provenienti da tutta Europa. L’ANPI Lombardia ha già sollecitato le autorità competenti e le Istituzioni chiedendo che il raduno neonazista, che si pone in aperto contrasto con i principi sanciti dalla Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza, e dalle leggi Scelba e Mancino, venga vietato”. Se invece purtroppo il raduno neonazista venisse autorizzato, l’ANPI Lombardia chiamerà a “una grande unitaria e democratica manifestazione antifascista a livello regionale le cui modalità verranno comunicate tempestivamente”. Bisognerà esserci. Per il presente e il futuro di tutti noi. Ma anche in memoria di quei ribelli. Guardate la liberazione di Verbania a opera dei partigiani della Flaim: http://www.youtube.com/watch?v=b3wuWY4d-Xw&feature=share&list=PL3BFDC30A5DCEEE29 TESTO E VIDEO TRATTI DA http://www.rollingstonemagazine.it