Guido Besana
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Ciao Letizia, cara collega e amata Presidente.
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Letizia Gonzales ci ha lasciati, a ottantaquattro anni, cogliendoci un po' di sorpresa in questa estate torrida e silenziosa.
Era giornalista professionista dal gennaio del ’69, aveva vissuto tutte le stagioni rilevanti della professione da quando, negli anni successivi al boom economico, il giornalismo e il paese avevano perso la loro ingenuità.
Anni del giornalismo militante e del giornalismo innovativo, con l'esplosione dei periodici e la politicizzazione della cultura.
Letizia portava con sé quel bagaglio formativo nelle sue infinite vite. Molti la ricordano nelle redazioni, nel sindacato, nell'ordine.
Più mandati nell’ungp, di cui divenne vicepresidente nel 2001, consigliera dell'ordine dei giornalisti della Lombardia capace di reinventare l'urp e la formazione per i praticanti d'ufficio, presidente dello stesso Ordine, dopo un’aspro confronto con l'ex alleato Franco Abruzzo, per due mandati in cui seppe portare aria fresca in stanze chiuse. Basti pensare a due simboli, la nuova vita del periodico dell’ordine lombardo “Tabloid” e l’innovativa attività convegnistica e culturale. Letizia però, non lo si dimentichi, seppe trasferire la sua profonda conoscenza dell’industria dei periodici nel difficile processo di trasformazione della funzione disciplinare dell’ordine professionale.
Sarebbero mille le cose da aggiungere, a partire dal suo impegno in Giulia giornaliste, concretizzato in studi, libri e iniziative, a quello sulle battaglie democratiche e sociali. Ma se resta una riga in pagina usiamola per pensare al suo sorriso.Per un ultimo saluto giovedì 11 agosto, alle 11.00, alla chiesa di San Marco.
Hanno scritto:
"Ho conosciuto Letizia Gonzales molto tardi, quando lei era alla guida dell'Ordine lombardo. Prima per me era solo una "firma" e di lei sentivo pronunciare espressioni di molta stima. Poi, appunto, ci siamo incontrati in via Antonio da Recanate, quando cominciai a frequentare l'ordine e a partecipare alle nostre riunioni. La salutavo intimidito e ho continuato a salutarla così, intimidito, anche quando i nostri incontri diventarono necessariamente più frequenti: lei per me era una giornalista famosa e soprattutto una gran signora, colta, elegante, bella, severa. Credo - così almeno mi è parso di percepire - che, conoscendomi meglio, alla fine mi stimasse. Ma per me rimase e rimane quella signora , elegante e colta, pronta a impegnarsi per tutti noi, a battersi nella gentilezza dei suoi modi per i miei diritti, per il mio lavoro. Una bella persona se ne è andata e lascia un grande vuoto in questi tempi cattivi." ( Oreste Pivetta )
"Ecco, ho sperato fosse un errore, ma no, se n'è andata. E sul sito del Corriere la fredda conferma: funerali di Letizia Gonzales Torrani giovedì mattina.
E siamo in pieno agosto con tutti via, al mare o ai monti... e temo quindi che nessuna/o possa andare giovedì in San Marco a rappresentarci e portare un fiore.
Letizia oltre che ottima giornalista è stata anche ottima presidente dell'Ordine Lombardo, nonché la prima donna. La sentivo vicina perché amica tre volte: come persona, come Nuova Informazione, come associazione GiULiA. Sono frastornata. Sì sapevo che non stava bene, ma so che capita, alla sua (e alla mia) età, ma la definitività della notizia è proprio un colpo basso ..." ( Marina Cosi )
"Letizia è stata la mia presidente, lei mi coinvolse nell'ordine e mi sopportò a lungo, fidandosi di me anche troppo. Sono stati anni complicati, difficili, pieni di problemi e di passaggi complicati. Non si è mai persa d'animo. A noi consiglieri ha sempre lasciato una bella fetta di libertà d'azione. Finita quell'esperienza, ogni volta che ci siamo incrociati ricordavamo passato con un po' di nostalgia. E, tra noi, di affetto reciproco. Ciao Letizia, è stato bello." ( Mario Consani )
"Amica del cuore, spiritosa, coraggiosa e deliziosamente snob. Si vergognava di essere figlia dei proprietari di Peck, una salumeria… Sono stata il suo “cavaliere” alla Scala quando Gege, suo marito si è ammalato. Abbiamo bevuto Gin tonic al Ghe sem e fatto pettegolezzi. Ci conoscevamo da 50 anni e fa impressione.
Collega ad Amica quando sono arrivata nel 1973, io come Alice nel paese delle meraviglie e lei bellissima. Ci siamo ritrovate nel 2007 lei candidata alla presidenza dell’Ordine regionale ed eletta e io al nazionale ad imparare.
È stato bello conoscerla. Mi mancherà. Tanto. " Maria Teresa "Gegia" Celotti
"Da quanto conoscevo Letizia? Trent’anni? Non ricordo bene. Forse più. Ricordo quando lei è Bruno Ambrosi ci raccontavano le loro dure - non c’è altro termine - battaglie in un ordine regionale dominato da Ciccio Abruzzo. Sì, Letizia era una tosta. E coerente. Non sempre ero d’accordo con Lei. Ad esempio sul concetto di un Ordine come pianeta centrale del sistema dell’informazione. L’unico in questo senso legittimato dalla legge. Che era anche vero. Ma - secondo me - a sua volta soggetto, a iniziare dagli anni Novanta, ad una sempre più evidente, drammatica crisi, di rappresentanza e quindi di legittimazione. Discussione che lei molto signorilmente faceva slittare, deviare in lidi più tranquilli. E io capivo e apprezzavo. D’altra parte Letizia come presidente dell’ordine Lombardo era ineccepibile. E l’avrei difesa sempre e comunque. Ciao Letizia, indimenticabile amica." ( Michele Urbano )