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Italo Pietra nel verde di corso Indipendenza


italo pietraI giardini che fanno da grande spartitraffico in corso Indipendenza verranno dedicati settant'anni dopo al 34enne comandante partigiano delle Brigate dell'Oltrepo, nome di battaglia "Edoardo", nome all'anagrafe Italo Pietra, che il 27 aprile 1945 entrò in città alla testa dei suoi uomini. Era ora. La Giunta comunale ci ha messo quasi tre anni ad assumere, il mese scorso, una decisione dovuta. In effetti l'allora assessore alla Cultura Stefano Boeri aveva accolto subito la richiesta avanzata nel 2012 da alcuni colleghi, Vittorio Emiliani in testa (anche perchè Stefano è figlio di Cini, staffetta partigiana, oltre che grande architetta). Il cambio di cavallo, alla guida dell'assessorato, aveva misteriosamente fatto sparire la pratica, riemersa soltanto a marzo 2015. Forse è vero che non è mai troppo tardi e che l'importante è il risultato; ma un bel po' d'amarezza resta in chi ha visto anno dopo anno intitolare giardini ad altri pur grandi, grandissimi colleghi, come Indro Montanelli (piazza Cavour), Camilla Cederna (piazzale Baracca), Anna Del Bo Boffino (via Tolstoj), sino ad Anna Politkovskaja (pressi di corso Como), mentre lui restava al palo. Per tanti colleghi e ovviamente per molti di noi che hanno lavorato al Giorno, Pietra era un mito, sia come giornalista modernissimo sia come uomo dalla schiena dritta. La sua storia andrebbe studiata a memoria dai praticanti giornalisti di tutti i master ordinistici e pure da alcuni dei loro insegnanti, diciamolo... Basterebbe leggere il "pezzo" che Vittorio Emiliani scrisse sull'Unità, nel giugno 2011, tre mesi prima che Pietra morisse: http://www.unita.it/commenti/vittorioemiliani/italo-pietra-mc-dal-giorno-al-messaggero-le-battaglie-di-carta-del-partigiano-edoardo-1.309437 Sarà di sicuro un caso, ma è bello che la scelta del luogo sia caduta sui giardini di corso Indipendenza, che delimitano un lato del grande quadrilatero risorgimentale ambrosiano, quello coralmente intitolato, da piazza Cinque giornate e XXII Marzo (e via Amatore Sciesa, tiremm inanz) e Goffredo Mameli e fratelli Bronzetti.., ai primi "partigini" italiani. Poi, certo, ci penseranno gli scavi per il metrò a buttare all'aria la vita dei neogiardini Italo Pietra, ma "Edoardo" ad arrivare in un posto e venirne cacciato (i licenziamenti "democristiani" dal Giorno e Messaggero...) ci era ben abituato. Benvenuto in zona, comandante.
       
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